In Banche e Assicurazioni, Comunicati

È passato oltre un mese dall’ultimo, l’ennesimo, tentativo di ottenere dal MEF e da Consap un incontro per chiarire le numerose criticità relative al Fondo Indennizzo Risparmiatori.

In occasione della conversione in legge del D.L. n. 51/2023 Decreto Omnibus, infatti, è stato previsto il diritto, per i soli risparmiatori azionisti già ammessi al rimborso in prima istanza tramite il FIR, a ricevere un’ulteriore quota del 10% di indennizzo.

Una misura senza dubbio positiva, che presenta, però, non poche ombre. Una grande percentuale dei risparmiatori coinvolti, da noi contattati, infatti, non era a conoscenza di tale incremento e si trova in difficoltà a presentarci la documentazione utile per la richiesta di integrazione. Una difficoltà che riguarda soprattutto i cittadini anziani, non in possesso di capacità o mezzi tecnologici necessari o impossibilitati, anche a causa del forte caldo, a recarsi presso i nostri sportelli presenti sul territorio.  Il tempo a disposizione (fino al 31 luglio p.v.), in realtà, risulta insufficiente anche soltanto per riuscire a contattare i molti risparmiatori interessati.

Inoltre, non si comprende la ratio secondo cui si è deciso di non utilizzare le posizioni già presenti nel portale del FIR, aggiungendo un semplice link per le eventuali nuove comunicazioni, costringendo invece gli interessati a comunicare, nuovamente, dati già in possesso della Commissione Tecnica (numero istanza, nome, cognome e codice fiscale dell’avente diritto).

Alla luce di tali elementi, considerando che non sono pochi i risparmiatori interessati che, ad oggi, si trovano incolpevolmente con un IBAN variato (ad esempio a seguito o della chiusura di filiali bancarie o, purtroppo, a causa dei decessi degli aventi diritto) riteniamo doverosa e indispensabile una proroga dei termini utili per le comunicazioni, almeno fino a fine ottobre 2023; in mancanza, la misura adottata con l’intento di limitare il danno economico dei risparmiatori coinvolti è di fatto inattuabile o raggiungerà un numero esiguo di aventi diritto.

Di pari rilevanza la necessità di individuare, contemporaneamente al differimento del citato termine, una soluzione definitiva alle molte posizioni ancora irrisolte o meritevoli di riesame (indennizzo inferiore al dovuto, rigetto per errata comunicazione dei requisiti reddituali/patrimoniali), che potrebbero essere sanate senza dover ricorrere alla giustizia ordinaria e con l’utilizzo dei residui del FIR (che saranno rilevanti anche dopo l’erogazione dell’integrazione del 10%).

In tal senso, riteniamo, altresì, opportuno sanare anche un’ulteriore ingiusta disparità di trattamento dei risparmiatori coinvolti: l’integrazione del 10%, infatti, deve essere estesa anche agli utenti che sono ricorsi ad arbitrati dell’ACF presso Consob e a quelli del FITD, in quanto equiparati a coloro che hanno avanzato la domanda di accesso all’indennizzo erogato dal FIR.

Di questi argomenti avremmo voluto discutere nell’ambito di un incontro con i vertici del MEF, che da mesi, chiediamo invano e che, a quanto pare, preferiscono confrontarsi con associazioni e comitati poco rappresentativi, i quali, probabilmente, avanzano richieste meno pretenziose o impegnative.

Questa attesa e reticenza ad aprire un tavolo di confronto, in ogni caso, non ci scoraggia: continueremo ad insistere e a rappresentare gli interessi dei risparmiatori traditi fino a quando non avranno ottenuto ciò che gli spetta, specialmente alla luce dall’attuale congiuntura economico-sociale che vede un numero sempre crescente di famiglie e di soggetti vulnerabili versare in condizioni di precarietà finanziaria.

 

Le Associazioni Federconsumatori, U.Di.Con, Assoutenti, Adoc, Adusbef, Cittadinanzattiva, Adiconsum, Confconsumatori, Casa del Consumatore, Movimento Consumatori, CTCU, Codacons, URT, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori

FIR: il MEF non risponde alle sollecitazioni delle Associazioni dei Consumatori che, unite, chiedono di sanare criticità e ingiustizie dell’attuale norma. Non è più rinviabile un incontro urgente.

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