In Comunicati, Politica Economica

L’inflazione a maggio torna a scendere: secondo i dati resi noti oggi dall’Istat il tasso si attesta al 7,6%. Un rallentamento dovuto soprattutto alla misurata diminuzione dei prezzi dei beni energetici. Una dinamica che non ci convince ancora del tutto, dal momento che, a nostro avviso, i prezzi dovrebbero diminuire molto di più di quanto non stia avvenendo.

Che si voglia chiamare “excluseflaction” o “inflazione da ingordigia”, rimane il fatto che i cittadini pagano prezzi ancora eccessivamente cari, alimentando il sospetto che forti dinamiche speculative siano ancora in atto.

Secondo un recente studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali è emerso che, a fronte di un tasso di inflazione del 7,6%, i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente del doppio, cioè del 14% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a giugno 2022 e quelli di giugno 2023). Una dinamica allarmante, che in molti casi diverge dall’andamento registrato dai costi delle materie prime.

Con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per le famiglie sono comunque estremamente onerose: secondo le stime dell’O.N.F. pari a 2.264,80 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti.

È necessario, pertanto, che il Governo operi un cambio di rotta importante e deciso, attraverso:

  • L’incremento del potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a reddito fisso, con una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale;
  • Un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle aziende (di energia e non solo), che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni e che in molti casi continuano a mantenere prezzi eccessivamente alti per pura avidità, indirizzando tali fondi a sostegno delle famiglie;
  • L’avvio immediato di monitoraggi capillari dei prezzi da parte del Garante e con l’aiuto delle Associazioni dei Consumatori, per rilevare e contrastare in maniera tempestiva i fenomeni speculativi.
Istat: l’inflazione scende al 7,6%, ma i prezzi dei beni essenziali registrano aumenti del +14%. Necessari interventi decisi per contrastare speculazioni e sostenere i redditi delle famiglie.

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