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La crisi economica che il nostro Paese sta attraversando a causa della pandemia, ha portato i cittadini ad essere maggiormente attenti alle spese effettuate, sia per generi di prima necessità che secondari, e ha cambiato anche le modalità di acquisto, prediligendo l’e-commerce nella maggior parte dei settori.
Molti consumatori, anche a causa della lunga permanenza nelle proprie abitazioni, hanno cambiato numerose abitudini, soprattutto alimentari, riscoprendo i prodotti fatti in casa, dedicando maggiore attenzione ad evitare gli sprechi di cibo e cercando di acquistare prodotti considerati più salutari, come per esempio il miele.
A quanto evidenziato dal report Tendenze dell’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), dedicato alle dinamiche del comparto miele, il consumo è aumentato e la fascia di consumatori si è allargata: è stato registrato un aumento del 13% in volume nei primi nove mesi del 2020 e a “riscoprire” le peculiarità di questo prodotto sono state soprattutto le famiglie giovani e con figli adolescenti a reddito medio-basso. Negli anni precedenti, dal 2015 al 2019, l’acquisto di miele avveniva soprattutto da famiglie di adulti e famiglie ad alto reddito. Gli over 50 a reddito medio alto erano infatti responsabili di oltre il 70% degli acquisti di miele.
Da quanto riportato nel report i consumi di miele sono incrementati del 13%, rispetto all’anno precedente, nonostante anche il prezzo nel 2020 sia aumentato: il prezzo medio è di 9 euro al chilo.
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