
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha realizzato uno studio da cui emerge che le bioplastiche in mare hanno tempi di degradazione come quelle che invece non sono ricavate da materiale vegetale. La realizzazione dell’indagine ha coinvolto anche l’Istituto dei Processi Chimico-Fisici, l’Istituto di Scienze Marine, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Distretto ligure per le tecnologie marine.
In una nota del CNR si legge che a seguito di mesi di osservazione né i polimeri tradizionali né quelli bio hanno mostrato una degradazione significativa in acqua di mare e sabbia. Le verifiche svolte sui campioni, unitamente all’esito di analisi di laboratorio, hanno mostrato che mostra che i tempi di degradazione delle bioplastiche nell’ambiente naturale sono molto più lunghi rispetto a quelli riscontrati in condizioni di compostaggio industriale. Considerando l’ormai elevata diffusione di questi materiali – in particolare a seguito dello stop alla plastica usa e getta scattato in attuazione della Direttiva Europea dedicata – è pertanto importante essere consapevoli dei rischi ambientali del loro impiego.
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