
E’ stato presentato in occasione di Circonomia, il festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, il primo rapporto sul greenwashing, da cui emerge la crescente diffusione di questo fenomeno in tutto il mondo. La pratica del greenwashing consiste sostanzialmente nell’attuazione di una strategia di marketing finalizzata a costruire un’immagine “verde” di una determinata azienda, che pertanto millanta qualità ecosostenibili di prodotti, servizi e attività, occultandone allo stesso tempo i reali impatti ambientali. Considerando che in questi anni la sostenibilità ha acquisito una crescente importanza agli occhi dell’opinione pubblica, numerose aziende ritengono appunto conveniente vantare inesistenti qualità “green” per conquistare i potenziali clienti piuttosto che adottare realmente pratiche rispettose dell’ambiente.
L’indagine ha inoltre illustrato gli strumenti di contrasto al cosiddetto “ambientalismo di facciata” adottati da numerosi Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Usa, nonché da organismi sovranazionali come Nazioni Unite e Unione Europea. Nel nostro Paese, ad esempio, lo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) ha introdotto delle regole sulla comunicazione corretta proprio sulla tutela ambientale, che tuttavia non sempre risultano efficaci.
Nel documento sono infine riportati, a titolo di esempio, alcuni casi particolarmente eclatanti di greenwashing da parte di note aziende multinazionali nell’ambito dell’alimentazione e della moda.
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