Dal
mese di giugno 2025, chi acquista uno smartphone o un tablet in Europa trova
sull´etichetta energetica un nuovo indicatore: il punteggio di riparabilità,
una novità pensata per ridurre rifiuti elettronici e favorire un'economia più
circolare. L´iniziativa, promossa dalla Commissione Europea attraverso il Joint
Research Centre (JRC), vuole spingere i produttori verso dispositivi più facili
da riparare, contrastando l´obsolescenza programmata.
Il
punteggio va da A (facile da riparare) a E (difficile) e si basa su due
fattori: la frequenza con cui i componenti si guastano (come batterie e
schermi) e la facilità con cui possono essere riparati, considerando anche la
disponibilità di pezzi di ricambio e manuali tecnici.
Nonostante
il cambiamento, i produttori faticano ad adeguarsi pienamente alla nuova
filosofia.
Secondo
le stime europee, le nuove regole potrebbero far risparmiare 20 miliardi di
euro all´anno ai cittadini UE e ridurre significativamente le emissioni entro
il 2030. Tuttavia, persistono criticità: costi elevati per i ricambi,
componenti difficilmente accessibili e software che limita le riparazioni
indipendenti.
L´etichetta
è un primo passo importante, ma per passare davvero da "usa e getta" a "ripara
e riusa" serviranno anche controlli efficaci e una reale volontà di cambiare da
parte delle aziende.
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