Sempre più persone si informano attraverso strumenti di
Intelligenza Artificiale, ma quanto sono affidabili le notizie fornite da
questi assistenti virtuali? Una recente ricerca promossa dall´European
Broadcasting Union (EBU), con il coordinamento della BBC e la
partecipazione di 22 media pubblici di 18 Paesi europei, ha sollevato dubbi
rilevanti sulla qualità informativa prodotta da chatbot e motori di risposta
basati su IA.
Nel corso dell´indagine, condotta tra maggio e giugno 2025,
a quattro assistenti IA (ChatGPT, Gemini, Copilot e Perplexity) sono state
poste una serie di domande – sia di carattere internazionale che specifico per
ciascun Paese – volte a testare la precisione e l´attendibilità delle risposte.
I risultati sono allarmanti: il 45% delle risposte conteneva errori significativi,
tali da compromettere l´integrità della notizia. La percentuale sale all´81% se
si considerano anche gli errori minori, che alterano parzialmente i fatti.
La criticità principale riguarda l´uso delle fronti: in molti
casi le risposte risultano non supportate da fronti attendibili, o prive
di riferimenti verificabili. Questo rappresenta un serio rischio per la qualità
dell´informazione e per il rapporto di fiducia tra cittadini e media.
Secondo i dati del Digital News Report del Reuters
Institute, il 7% degli utenti online utilizza già strumenti di IA per
informarsi, una percentuale che sale al 15% tra gli under 25. Un segnale chiaro
di come questi strumenti siano sempre più integrati nel panorama
dell´informazione quotidiana, soprattutto tra i più giovani.
Come sottolineato da Jean Philip De Tender, direttore media e vicedirettore generale dell´EBU, "quando le persone non sanno più di chi fidarsi, finiscono per non fidarsi di nulla". È per questo che l´EBU e i media pubblici europei chiedono un rafforzamento della regolamentazione a livello nazionale e comunitario, nonché l´attivazione di un monitoraggio indipendente e costante sull´utilizzo e sull´impatto degli assistenti IA nel settore dell´informazione.
Federconsumatori esprime forte preoccupazione per le
ricadute che tali fenomeni possono avere sul diritto all´informazione corretta,
trasparente e pluralista, soprattutto in un´epoca in cui le tecnologie digitali
assumono un ruolo centrale nella formazione dell´opinione pubblica.
Riteniamo fondamentale che i cittadini siano messi nelle
condizioni di distinguere tra contenuti affidabili e non, e che sia garantita la
trasparenza sugli strumenti utilizzati per la generazione delle notizie. È
inoltre urgente avviare percorsi educativi di alfabetizzazione digitale e
mediatica, in particolare per le fasce più giovani della popolazione, al fine
di rafforzare una cittadinanza informata, consapevole e critica.
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