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I dati sul gioco d’azzardo in Italia si fanno di anno in anno più allarmanti. Di fronte a questo scenario le risposte del Governo e di Agenzia Dogane e Monopoli sono sorprendenti. Invece di tentare di arginare il fenomeno, educare sui rischi e contrastare la crescita dei disturbi da gioco d’azzardo si decide semplicemente di nascondere la polvere sotto al tappeto, facendo progressivamente sparire dalla circolazione la gran parte dei dati di dettaglio dell’azzardo in Italia. Dal 2020 non possono essere pubblicati i dati comunali e provinciali delle slot machines, per motivi incomprensibili; nel tempo ADM ha esteso, senza supporti normativi, il divieto al restante gioco fisico e, quest’anno, anche al gioco online nell’85% dei Comuni italiani, quelli al di sotto dei 10.000 abitanti.

Un atto che avrebbe reso impossibile costruire la seconda edizione del nostro Report, già limitata dai precedenti dinieghi. Se non fosse stato per l’On. Merola e l’On. Vaccari, che hanno fornito i dati relativi al gioco online nei comuni sotto i 10 mila abitanti, questo report non esisterebbe. E sarebbe una sconfitta su tutti i fronti. Specialmente per i cittadini, che devono essere informati e consapevoli di un fenomeno che avanza silenziosamente, mette in ginocchio famiglie e rimpingua le casse della criminalità organizzata, oltre a quelle dello Stato.

Evitato il bavaglio, riportiamo la dovuta attenzione sulle evidenze che emergono dalla II edizione del Report “Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani”. I dati parlano da soli: in molti dei 3.142 comuni analizzati (con popolazione tra 2.000 e 9.999 abitanti, pari a circa il 40% dei comuni italiani), la diffusione del gioco online è fortemente sospetta, in particolare in alcune Regioni del Sud. Tra questi sono 116 i comuni in “crisi acuta d’azzardo”, dove l’azzardo online è più che doppio rispetto alla media nazionale.

Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente si registra un “curioso” crollo del giocato in quelli che erano i primi due comuni in classifica: Anguillara Veneta (da 13073 euro giocati nel 2023 a 2018 euro nel 2024, con una diminuzione del -85%), Calliano (da 12.749 euro a 677 euro, -95%). Segno evidente di come questo “semplice” report sia utile per tracciare la mappa delle sospette attività illecite e sia in grado di spostarne le geografie.

La classifica del 2024 dei piccoli Comuni vede in testa, a livello regionale, la Campania, con 3.045 euro giocati pro capite nel solo online; poco al di sotto troviamo la Calabria, con 2.910 euro, e la Sicilia, con 2.895.

La classifica dei Comuni si apre con Lacco Ameno (NA), nell’Isola d’Ischia, dove ogni cittadino nel 2024 ha giocato online 12.492 euro, oltre 1.000 euro al mese (con una crescita del 62% rispetto al 2023, e del 351% rispetto al 2022). A poca distanza, da tutti i punti di vista, segue un Comune da tempo ai primi posti: Capri (NA), che fa registrare un giocato di 10.393 euro pro capite, ai quali sarebbe utile aggiungere i vistosi numeri dell’azzardo fisico, purtroppo vietati alla pubblicazione. Al terzo posto il comune di Mairano (BS) con 10.374 euro giocati, in crescita del 250% nell’arco di un biennio. Seguono Nociglia (LE) con 10.165 euro, Gravedona e Uniti (CO) con 9.275 euro per ogni cittadino nella fascia 18-74 anni. Vengono poi alcuni comuni calabresi – Stefanaconi (VV), Curinga (CZ) e Gerace (RC) – e siciliani, come Monterosso Almo (RG) e Balestrate (PA). La provincia di Brescia, oltre a Mairano, registra anche la presenza di Polaveno e Moniga del Garda (che però dimezza il giocato), con giocate triple rispetto alla media nazionale.

Segnaliamo la forte presenza nella classifica delle anomalie dei piccoli Comuni, di diverse realtà di interesse turistico: dal Sud alla Liguria, al Lago di Garda al Lago di Como. La presenza di turisti può influire sull’azzardo fisico, ma è del tutto ininfluente per l’azzardo online; l’ipotesi è, quindi, che in queste realtà una parte del ricavato del turismo, quello che sfugge ai radar della legge, sia riciclata nell’azzardo online.

Estendendo la classifica, invece, a tutti i comuni italiani sopra i 2.000 abitanti resta saldamente al primo posto Castel San Giorgio (SA), con ben 18.045 euro giocati pro capite.

A influire su questo andamento e sulla crescita del gioco contribuisce anche il sostanziale superamento del divieto di pubblicità dell’azzardo, subdolamente sostituito da una inefficace, costosa e poco credibile campagna sul cosiddetto “gioco responsabile”. Basta guardare una partita di calcio in TV per capire quanto sia rilevante ormai la sponsorizzazione delle aziende dell’azzardo, tanto da mettere in secondo piano il gioco vero, quello che si disputa in campo.

Questo rapporto, giunto alla II edizione, e insieme al Libro nero dell’azzardo, ormai alla sua terza edizione, nasce soprattutto per rimediare alle troppe disattenzioni in questo campo. Dai dati “occultati” e vietati, all’oscura mappa del gioco online, al progressivo allentamento delle misure di contrasto alla crescita del gioco: è necessario analizzare tutti questi fenomeni, strettamente correlati, per poter tracciare la un bilancio sociale dell’azzardo in Italia, nelle sue Regioni, nei piccoli e nei grandi Comuni. Conoscere esattamente i dati e le dinamiche che li determinano è il primo passo per arginare un fenomeno che continua a creare danni sociali ed economici sempre più allarmanti nel nostro Paese. È il passo che ci aspettiamo da un Governo responsabile, attento ai bisogni dei cittadini, specialmente quelli più fragili, e determinato nel voler combattere fenomeni criminali ed evasione. Ribadiamo la nostra richiesta di totale trasparenza, rendendo disponibili tutti i dati dell’azzardo, nessuno escluso.

 

Scarica il report

Gioco d’azzardo: nonostante il tentativo di non far emergere i dati, Federconsumatori, Isscon e CGIL riescono a pubblicare il II Report “Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani”. Un quadro allarmante, che misura la crescita del gioco d’azzardo e la mappa dell’illegalità.

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