Negli ultimi mesi si è sentito spesso parlare di obsolescenza programmata, intesa come una tecnica adottata a livello industriale per determinare il ciclo vitale di un prodotto limitandone così la possibilità di utilizzo nel tempo, rendendolo obsoleto. Si tratta di tecniche applicabili non solo ai prodotti di elettronica o agli elettrodomestici, in altri ambiti, infatti, sono i dettami della moda che impongono di “rottamare” oggetti e cose di per sé ancora passibili di utilizzo. Tutto ciò determina una elevata produzione di rifiuti.

Il rapporto “What a waste 2.0: a global snapshotof solid waste management to 2050” della Banca Mondiale porta alla nostra attenzione dati allarmanti, ovvero che entro il 2050 la popolazione mondiale produrrà il 70% in più di rifiuti solidi, determinando danni all’intero ecosistema.

L’unica soluzione per invertire questa tendenza è data dal passaggio da una economia di tipo lineare fatta di produzione, consumo e smaltimento, ad una economia di tipo circolare che in luogo dello smaltimento punta l’accento sul riciclo, sul riutilizzo e sulla conversione di beni e di prodotti. Un passaggio del genere richiede l’intervento di diversi soggetti ai livelli più disparati, a partire dai decisori politici, per passare agli imprenditori e coinvolgendo infine i consumatori. In tale contesto si inserisce il progetto Re-Consumer con il quale ci si pone l’obiettivo primario di attuare azioni di sensibilizzazione, rivolte sia ai giovani che agli adulti, grazie alle quali si possa soppiantare la logica del compro-uso-riciclo.

IN ALLEGATO è DISPONIBILE LA SCHEDA DETTAGLIATE RELATIVA AL PROGETTO.

PROGETTO RE-CONSUMER.pdf