L’Istat registra una fiducia dei consumatori in calo. In dato che, secondo l’Istituto di Statistica “sintetizza un deterioramento generalizzato di tutti i climi seppur con intensità diverse: il clima futuro e quello economico registrano le diminuzioni più marcate (rispettivamente da 93,9 a 92,2 e da 98,2 a 97,0); i cali del clima personale e di quello corrente sono più contenuti (nell’ordine, da 96,9 a 95,9 e da 99,7 a 99,2).”
Non poteva essere diversamente all’indomani di un’estate che gli italiani hanno trascorso all’insegna delle rinunce e del risparmio.
Rinunce che interessano persino il settore alimentare, cioè quello che viene investito sempre per ultimo in una situazione di crisi.
Sulle condizioni delle famiglie sempre più precarie pesa anche il rientro a scuola, che comporterà esborsi notevoli: l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che per ogni studente, tra spese per i libri di testo e corredo scolastico, si arriverà a spendere in un anno circa 1.200 euro.
Preoccupa l’assordante silenzio del Governo sulla crescente sofferenza economica delle famiglie e sulla preoccupante crescita delle disuguaglianze. Per questo riteniamo sempre più urgente avviare alcuni interventi immediati che aiuterebbero le famiglie, sostenendone il potere di acquisto e l’intero sistema economico, rilanciando la domanda interna:
- La rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
- La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- La promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale)
- Lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio;
- Una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.