In Comunicati, Politica Economica

 Nonostante fossero già iniziate le indagini penali sui possibili interessi speculativi dell' agenzia di rating S&P, finite poi con un rinvio a giudizio di alcuni dirigenti che sono sotto processo a Trani, come mai l'Italia, che ai tempi di Mario Draghi direttore generale del Tesoro,  aveva firmato una clausola capestro con Morgan Stanley con penale risolutiva unilaterale in caso di declassamento, che permetteva alla banca di rientrare prima della scadenza ma non allo Stato, ha pagato 2,5 miliardi di euro, senza sollevare alcuna obiezione ?

   Dagli atti depositati a Trani dal pm Michele Ruggiero sul processo contro le agenzie di rating S&P e Fitch, emerge un quadro inquietante di intrecci perversi e di interessi inconfessabili, custoditi dal ministero dell’economia sui derivati tossici sottoscritti dall’Italia con le banche di affari, i cui contratti capestro e perdite rilevanti del 30% pari a 42 miliardi di euro su un debito di 154 miliardi, sono occultate perfino al parlamento, dalla dott.ssa Maria Cannata, responsabile del debito pubblico. Perché ministero dell’Economia, Bankitalia e Consob, non si sono costituite parte civile al processo di Trani, nonostante sollecitate dal Pm Ruggiero, quali parti offese ?

   La procura di Trani, che riprenderà dopodomani 5 marzo il processo alle Agenzie di rating, ha depositato ulteriori elementi su intrecci perversi, diffuse illegalità, e possibili collegamenti tra la bocciatura la bocciatura dell' Italia da parte di S&P, controllata da McGraw Hill, colosso finanziario tra i cui azionisti c' è proprio Morgan Stanley, la decisione della banca Morgan Stanley, che in parte la possiede, e la decisione unilaterale di far valere la clausola onerosa per il Paese declassato.

   Dalle carte emerge l’interrogatorio di una balbettante Maria Cannata, capo della direzione debito pubblico del Mef, che alle domande del Pm Ruggiero il 5 maggio 2014 sul perchè non venne chiesta una consulenza finanziaria rispose: «Non c' è bisogno. Abbiamo dirigenti di altissimo livello». Perchè non rinegoziaste, incalza il PM di Trani all'imbarazzata dirigente del Mef ? «Il mercato una cosa così non la capirebbe», replica, precisando di aver ottenuto che non tutta la somma dovuta, oltre 3 miliardi, venisse liquidata subito. Perchè non consultare l' avvocatura dello Stato vista la somma importante? «Non c' erano i tempi tecnici». Avvocati esterni? «Quando una cosa è così chiara e netta lo Stato non può permettersi di dire: «Vabbé, adesso vedo se ti applico la clausola o no. Reputazionalmente sarebbe deleterio. È come se uno ricusasse un giudice». Al pm che le chiede se le risultasse la partecipazione di Morgan Stanley o altre banche controparti del tesoro in agenzie di rating la dirigente risponde: «Non credo proprio». E sul perchè non si aspettò l' esito delle indagini sulle agenzie di rating conclude: «Non c' è nemmeno una sentenza di primo grado …».

   Il governo di Mario Monti, con Monti consulente di Goldman Sachs ministro dell’economia, in soli sei mesi riuscì a ristrutturare contratti per 30 miliardi di euro, consolidando 8,1 miliardi di perdite, sborsando cash oltre 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley, dove lavora l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ed il figlio di Mario Draghi, potente presidente della Bce e direttore generale del Tesoro tra il 1991 ed il 2001, prima di essere arruolato da una delle banche d’affari, che aveva stipulato quei contratti capestro.

    Oltre all’encomiabile lavoro della Procura di Trani, Adusbef e Federconsumatori non comprendono perché sono state insabbiate le indagini della Procura di Roma sui derivati capestro e sui tecnocrati, che hanno prosperato attorno al Ministero del Tesoro, quali Draghi, Grilli, La Via, ed altri furbetti quinte colonne delle banche d'affari, che poi hanno ripagato i 'civil servant' con lavori o consulenze lautamente pagati, come Goldman Sachs, che ha assunto Mario Draghi nei primi anni novanta; Morgan Stanley, che ha cooptato l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco; Credit Suisse, che ha arruolato l’ex direttore e poi ministro Vittorio Grilli, in un sistema di porte girevoli con il ministero dell’Economia.

  Adusbef e Federconsumatori stanno studiando ulteriori denunce penali contro un Mef scandaloso, che pur sapendo di un procedimento penale in corso a Trani che dubitava della legittimità della condotta delle agenzie di rating, paga senza battere ciglio, facendo finta di non sapere che S&P aveva nel suo azionariato Morgan Stanley, che riceve 2,5 miliardi di euro, rafforzando la tesi accusatoria del dolo manipolativo, che vedeva ai vertici della banca Usa Domenico Siniscalco, prima ex direttore generale del Tesoro e poi ministro dell'Economia italiano.

 

                                                                                             Elio Lannutti (Adusbef)-  Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

 

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