In Comunicati, Trasporti e Turismo

Alitalia ha ancora le ali bucate e la soluzione dello “Stato azionista”, a mezzo Ferrovie, potrebbe non essere una buona idea: scaricare l'Alitalia sulle spalle delle FS come è nelle intenzioni del Governo, è un errore che potrebbe avere conseguenze pesantissime sui conti pubblici. 
E’ inconcepibile che i proventi delle tasse pagate dai cittadini vengano destinati ad operazioni fallimentari: lo Stato non è una finanziaria! E’ poi altrettanto assurdo che la normativa comunitaria consenta agli Stati di concedere prestiti. 
L’ingresso di FS in Alitalia è, ovviamente, solo un’operazione finanziaria, tanto per parcheggiare la compagnia da qualche parte. La situazione della compagnia è drammatica ormai da tempo: in termini di passeggeri, nel 2017 Alitalia si è aggiudicata solo il 15,1% del totale e da anni non è più il primo vettore nel nostro Paese. Sul mercato internazionale la quota della compagnia raggiunge solo l’8,5%. Inoltre 1.570 dipendenti su 11.600 sono in cassa integrazione e Alitalia fa registrare un utilizzo della flotta a corto/medio raggio molto inferiore rispetto ai diretti concorrenti.
Ferrovie dello Stato è il primo gruppo ferroviario italiano che riceve contributi per la gestione della rete, per alcuni servizi a lunga percorrenza e quelli regionali: secondo il governo l’integrazione treno-aereo servirebbe a risolvere i problemi della compagnia aerea ma in realtà l’operazione farebbe confluire le perdite di Alitalia dentro il gruppo ferroviario. E’ quindi fondamentale che, in caso di approvazione da parte dell’Antitrust, l’intervento non abbia ricadute in termini di peggioramento della gestione del trasporto su rotaia né tantomeno di riduzione degli investimenti per il necessario miglioramento del trasporto regionale e dell’Alta Velocità. 

 

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