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Il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri della Regione Basilicata ha notificato ai responsabili di Tecnoparco Valbasento, delle società Syndal S.r.l. e Drop S.r.l. e ai dirigenti dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera, la conclusione delle indagini preliminari relative allo smaltimento di circa 32mila metri cubi di rifiuti speciali liquidi scaricati nel Basento durante il biennio 2011-2012.

L’attento e meritevole lavoro svolto in modo coordinato tra Carabinieri Forestali e Autorità Giudiziaria di Matera ha portato alla luce una vicenda che altrimenti sarebbe rimasta taciuta, che possa servire anche da monito per coloro che troppo spesso tentano di aggirare la legge senza preoccuparsi delle conseguenze che le loro condotte producono.

Le indagini sono state avviate nel marzo 2012 in seguito all’accertamento della rottura, causata dall’alluvione del marzo 2011 e dell’esondazione del Basento, della condotta fognaria costruita per lo smaltimento dei rifiuti liquidi, prodotti a Ferrandina dalla Drop S.r.l.

Il danneggiamento della condotta ha provocato lo sversamento al suolo dei rifiuti liquidi, producendo un danno non solo ambientale, ma anche alla salute dei cittadini: chi deteneva il controllo e la gestione degli impianti di smaltimento non ha mai denunciato la situazione di criticità, ma anzi ha tentato di insabbiare la vicenda procedendo unicamente al ripristino tutt’altro che tempestivo della condotta, in forza di nullaosta rilasciato dall’ufficio Ambiente della Provincia di Matera. Negli anni successivi, ulteriori eventi atmosferici, hanno nuovamente creato danni alla condotta che, nonostante le insufficienze strutturali dimostrate, non è mai stata messa in sicurezza.

La situazione descritta ha condotto il Pubblico Ministero a richiedere il rinvio a giudizio per i responsabili di Tecnoparco Valbasento, delle società Syndal S.r.l. e Drop S.r.l. e dei dirigenti dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera per smaltimento senza autorizzazione di rifiuti speciali liquidi.

Ci auguriamo che vengano condannati al più presto coloro che hanno messo a repentaglio la sicurezza dei cittadini e del territorio.

Spiace pensare, inoltre, che quanto accaduto possa compromettere la reputazione della città di Matera che il 17 ottobre 2014 è stata proclamata dal Ministro ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Capitale Europea della Cultura per il 2019, proprio quale espressione di quel Sud che ha saputo meglio affrontare la crisi economica e gestire lo sviluppo e il progresso sociale e culturale.

Auspichiamo che tale situazione non incida in maniera determinante su una realtà che ha faticosamente cercato di riaffiorare dalle difficoltà con risultati positivi e che merita di vedere valorizzato il proprio patrimonio ambientale, sociale e culturale.

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