In Banche e Assicurazioni, Comunicati

La gestione clientelare del credito e del risparmio della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, non è arrivata all’improvviso come un fulmine a ciel sereno, ma si è deteriorata negli anni, sotto gli occhi disattenti della Banca d’Italia, che seppur informata a partire dal 2009 almeno da un consigliere del cda Rossano Soldini, con le dimissioni ed il plateale acquisto di intere pagine dei giornali locali il 23.10.2009 per denunciare gli illeciti, non ha preso alcun serio provvedimento per contrastare tale scellerata gestione creditizia.

   Che Banca Etruria avesse erogato amicali crediti allegri, fidi incauti e linee di credito personali fino 20 milioni di euro, cui avrebbero avuto diritto i membri dei cda fino al 2012, era stata denunciato da Rossano Soldini, membro del cda di Banca Etruria che si dimise il 23 ottobre.2009 pochi giorni prima dell' assemblea, che defenestrò l'ex padre padrone Elio Faralli a vantaggio di Giuseppe Fornasari. 

    Soldini ha inoltre dichiarato in una intervista, di aver motivato la sua decisione direttamente a palazzo Koch, spiegando a Bankitalia che c'erano consiglieri di amministrazione, sia di Arezzo che fuori, con linee di credito aperte fino a 250 milioni, tanti di quei soldi-profetizzava- che non sarebbero mai più tornati indietro. Soldini, tra l' altro, acquistò all' epoca, spazi pubblicitari per motivare ai soci la sua clamorosa uscita. 

   Cosa ha fatto la Banca d'Italia per accertare con atti ispettivi, quella gestione spericolata del credito e del risparmio, che portò la procura di Arezzo, guidata da Roberto Rossi, ad avviare solo nel 2013 una inchiesta, dopo una tardiva ispezione, che vede indagati per falso in bilancio l'allora direttore della banca Giuseppe Fornasari, l' ex direttore generale Luca Bronchi, il dirigente David Canestri, ed altri manager della banca ?  Soltanto dopo le due ispezioni di Bankitalia, nel 2012 e nel 2014, la popolare dell' Etruria e del Lazio è stata multata di 2,54 milioni di euro per "violazioni delle disposizioni sulla governance, carenze nell' organizzazione e nei controlli interni, nella gestione e nel controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza.

    Oggi la Banca d’Italia, che Adusbef e Federconsumatori hanno denunciato alle Procure della Repubblica, chiedendo di fare piena luce su un operato quantomeno collusivo, tenta di cambiare le carte in tavola, con mistificazioni deliranti, che  lasciano però trasparire quale sia stato il grado di ingerenza nelle politiche creditizie fondate su esclusivi rapporti amicali, volte a premiare banche ‘amiche’, le cui gestioni scellerate dovevano essere ripianate da banche con i conti in ordine, come la Bene Banca Vacienna, commissariata per puntellare la Banca Popolare di Vicenza dell’amico Zonin a corto di liquidità.

   Come nel capitolo tragicomico, una vera e propria confessione postuma del rapporto ispettivo di Bankitalia sulla Banca Etruria, che deve far scattare urgenti incriminazioni, riguardante la mancata aggregazione con Popolare di Vicenza. Bankitalia accusa infatti gli ex vertici di non aver proposto ai soci di valutare "l'unica offerta giuridicamente rilevante" quella "presentata dalla Banca Popolare di Vicenza di 1 euro per azione estesa al 90 per cento del pacchetto azionario". 

   Per gli ispettori questo atteggiamento "ha lasciato inevasa la richiesta della Vigilanza di realizzare un processo di integrazione con un partner di elevato 'standing' e non ha portato a tempestive ed efficaci iniziative per una soluzione alternativa". Che la decotta (e protetta da Bankitalia) Banca Popolare di Vicenza (tra aumenti di capitale, perdite e svalutazioni delle azioni illiquide, ha bruciato oltre 6 mld di euro, messa peggio di altre), indagata da molteplici Procure per truffa ed altri gravi reati a danno di 117.000 azionisti, fosse un partner di ‘elevato standing, oltre ad essere una menzogna, è la prova provata di una complicità, che deve essere urgentemente smascherata dai magistrati inquirenti.

 

                                                   Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

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