In Banche e Assicurazioni, Comunicati


Adusbef e Federconsumatori, nei giorni scorsi, hanno scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per denunciare un provvedimento gravissimo adottato in sordina dal Governo Renzi.


Nelle misure per la crescita economica del D.L. n.91, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 giugno scorso, il Governo ha infatti reintrodotto nel nostro ordinamento l'anatocismo bancario in tutte le sue forme.


Non si tratta, purtroppo, di una novità. Già i precedenti Governi (da D'Alema-Ciampi-Amato a Amato-Visco, da Berlusconi-Tremonti a Monti), nonostante i chiari pronunciamenti della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, hanno tentato di reintrodurre questa vera e propria pratica usuraria, che consiste nel calcolare gli interessi sugli interessi delle somme contratte a debito da parte dei clienti.


Tentativi puntualmente sventati dal pronto intervento delle nostre Associazioni che oggi si trovano, per l'ennesima volta, a denunciare il gravissimo provvedimento che favorisce le banche e danneggia i risparmiatori, già enormemente vessati a causa della crisi economica.


Nel dettaglio, con la nuova formulazione della norma, viene demandato al CICR il compito di determinare modalità e criteri per la produzione di interessi sugli interessi (riaffermando  la legittimità dell’anatocismo), anche se con periodicità non inferiore a un anno prevedendo che fino all’adozione della delibera, dovrà applicarsi la precedente delibera CICR del 9 febbraio 2000. Altro punto saliente, la previsione che i contratti in corso e quelli conclusi nei due mesi successivi alla data di entrata in vigore del D.L. dovranno essere adeguati entro il termine di sei mesi dalla pubblicazione del decreto in G.U il 24 giugno 2014 con le seguenti modifiche:

1) la possibilità di anatocismo sugli interessi capitalizzati annualmente;

2) la limitazione dell’ambito della norma alle operazioni in conto corrente o in conto di pagamento;

3) la decorrenza della norma dal momento della pubblicazione della delibera CICR e, nelle more, l’applicazione della delibera del 2000;

4) la decorrenza delle nuove norme per i contratti conclusi a partire dal 60° giorno da oggi;

5 ) per i contratti in corso, l’adeguamento entro 6 mesi da oggi.


A peggiorare, se possibile, la situazione contribuisce il teatrino messo in scena dal Ministro Guidi che dichiara di non sapere nulla del provvedimento (materia di stretta competenza del Ministero di cui è a capo). Fonti del Ministero dell'Economia, inoltre, scaricano la responsabilità sulla Banca d'Italia.


"Vogliamo che siamo smascherati gli autori. I nemici del Paese che hanno reiterato una misura usuraria che mina diritti ormai consolidati dei cittadini." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

 


Al Presidente Napolitano abbiamo chiesto, inoltre, di intervenire con determinazione affinché tale norma sia, ancora una volta, cancellata ed espunta definitivamente dall'ordinamento italiano.



 


 


In allegato la lettera inviata.

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