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Scatta una nuova, del tutto ingiustificata, raffica di rincari sul prezzo dei carburanti.

"Stavolta il presunto alibi sarebbero le crisi internazionali, sulle quali si innestano elementi speculativi che non ci piacciono affatto." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Un'ipotesi che non trova alcun riscontro, dal momento che, facendo il confronto con i periodi in cui cambio e quotazioni del petrolio si trovavano esattamente allo stesso livello di oggi (dati che l'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori raccoglie quotidianamente), emerge che il prezzo della benzina oggi registra ben 6 centesimi di troppo rispetto al livello a cui si dovrebbe attestare.

Una maggiorazione che determina ricadute importanti per gli automobilisti: in termini diretti (vale a dire sui pieni di benzina) l'aggravio è di +36 Euro annui, in termini indiretti (per le ripercussioni sui prezzi dei beni di largo consumo, dovute al fatto che in Italia oltre l'86% delle merci è trasportata su gomma) l'aumento è di +29 Euro annui. Per un totale di +65 Euro annui per ogni automobilista.

Un aumento intollerabile, soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che le famiglie stanno attraversando. Un comportamento controproducente per le stesse compagnie, dal momento che l'aumento dei prezzi determina, da anni, un progressivo calo del consumo di carburanti.

Non vorremmo che sia proprio a causa di questo calo che le compagnie tentino in ogni modo di fare cassa sulle tasche degli automobilisti.

Riteniamo indispensabile che il Governo ed il Ministero dello Sviluppo Economico intervengano prontamente per contrastare ogni forma speculativa e per avviare una concreta riduzione dei costi dei carburanti che, come ripetiamo da anni, hanno un peso estremamente rilevante sull'intero mercato.

 

In particolare è necessario un serio ed attento monitoraggio dell'andamento dei prezzi applicati, nonché la disposizione di una tassazione più equa sui carburanti, a partire dall'applicazione dell'approvata ma mai entrata in vigore accisa mobile (un semplice meccanismo che consente un riequilibrio della tassazione: all’aumentare del costo della materia prima, che innescherà una crescita dell’IVA, corrisponderà un parallelo riadeguamento al ribasso delle aliquote).

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