In Comunicati, Politica Economica

Le vendite al dettaglio, secondo l’Istat, diminuiscono a maggio del -0,1%, si conferma sostenuta, invece, la crescita su base annua del +1%.

“Un dato a nostro avviso lievemente sovrastimato, che comunque delinea una situazione ancora incerta ed altalenante, in cui, tra alti e bassi, la ripresa stenta a decollare.” – sostiene Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.

Nel dettaglio dell’andamento relativo al commercio l’Istat sottolinea in particolare come corrano le vendite presso i discount alimentari.

È interessante notare, in tal senso, come, sull’onda della crescita delle vendite presso i discount, negli ultimi anni si sia ridotta la forbice della differenza tra il costo della spesa tra i discount ed i supermercati/ipermercati tradizionali.

Da una ricerca dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che soprattutto a partire dal 2013, si è ridotta notevolmente la differenza dei prezzi applicati nei differenti punti vendita. Mentre prima del 2013 la forbice esistente tra il costo della spesa presso un discount ed un supermercato ammontava a circa il 35-40%, oggi tale differenza è scesa al 29,3%, dopo aver toccato il picco più basso del 28% nel 2013.

Un andamento che non riguarda i prezzi dei singoli prodotti (ci teniamo a mettere bene in evidenza tale concetto), ma interessa il costo complessivo della spesa, tenendo in considerazione il ricorso sempre più ampio alle offerte ed alle promozioni da parte dei supermercati e degli ipermercati.

La spesa settimanale di una famiglia di 4 persone, considerando lo stesso paniere di prodotti (ovviamente le marche non sono le stesse ed in alcuni casi la qualità non è paragonabile) risulta pari a 112,00 Euro presso un supermercato (sfruttando, appunto, sconti ed offerte) e 79,20 Euro presso un discount, con un risparmio, presso quest’ultimo, del 29,3%.

Al di là di dove acquistino, permane la difficoltà e la cautela di molte famiglie nei consumi: lo dimostra anche l’andamento dei saldi, in cui al momento si registra una “calma piatta” che smentisce il tiepido ottimismo della vigilia.

Alla luce di tale scenario appare sempre più evidente la necessità che il Governo intervenga per risollevare la domanda interna, attraverso una redistribuzione dei redditi che deve prendere le mosse da un rilancio dell’occupazione. Si tratta di una strategia fondamentale per innescare un ciclo virtuoso nell’andamento dell’intero sistema economico, proiettandolo verso una nuova fase di crescita.

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