In Comunicati, Politica Economica

Risultano a dir poco inverosimili i dati sulla fiducia dei consumatori diffusi oggi dall’Istat.

“Appare assai difficile credere che tali dati siano stati raccolti in Italia, dove i bilanci delle famiglie sono ridotti ormai allo stremo.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Basti pensare che, dal 2008 ad oggi, secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il potere di acquisto delle famiglie è diminuito di oltre il -13,4%.

Segno evidente di tale crisi è la continua contrazione dei consumi: che ha raggiunto quota -8,1% nel biennio 2012-2013. Ciò significa che ogni famiglia ha ridotto la propria spesa di 2.320 euro annui.

Persino i consumi alimentari sono fermi. Le famiglie sono costrette a tagliare una spesa come quella relativa al settore agroalimentare la cui domanda, per sua natura, è tradizionalmente considerata anelastica.

Di fronte a questi dati parlare di “nuovi record” e di “valori più alti da marzo 2012” relativamente ai giudizi ed alle attese sulla situazione economica delle famiglie italiane è decisamente ottimistico, per non dire poco realistico.

Per questo, prima di tutto invitiamo l’Istat ad abbandonare i soleggiati lidi di Antigua e di tornare ad effettuare le proprie rilevazioni entro i confini nazionali.

Inoltre, è indispensabile il massimo sforzo del Governo per realizzare concretamente e rapidamente le misure annunciate a sostegno del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, estendendo la portata del provvedimento anche ai pensionati (di cui, come emerso dai recenti dati Istat, il 42,6% vive con meno di 1.000 Euro al mese).

L’altro versante su cui è fondamentale agire con determinazione è la ripresa occupazionale, rilanciando investimenti per lo sviluppo e la ricerca.

 

Per ricavare le risorse necessarie da destinare a tali operazioni bisogna affiancare all'impegno per i tagli e la lotta agli sprechi una concreta azione di contrasto all'evasione fiscale, fenomeno vergognoso che ha raggiunto una dimensione intollerabile nel nostro Paese, sul quale riteniamo non si ponga ancora la dovuta attenzione.

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