In Comunicati, Politica Economica

   Con provvedimento datato 16.3.2015, il Procuratore Aggiunto di Roma Nello Rossi, ha disposto la trasmissione del fascicolo 2971/15 FNCR (Esposto depositato il 5 marzo 2015) al Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma.

    Per fare piena luce sul disastro dei derivati capestro, appioppati dalle banche di affari al Tesoro per un valore di 160 miliardi di euro, Adusbef e Federconsumatori , il 26 giugno 2013 a seguito dell’allarme lanciato dal Financial Times, presentarono circostanziati esposti denunce a 10 procure della Repubblica, chiedendo di accertare  i comportamenti  di banche d'affari e tecnocrati del Tesoro, sui contratti fraudolenti, che danneggiano l’integrità dei conti pubblici.

   I derivati acquistati dai vertici del ministero delle Finanze per 160 miliardi di euro negli Anni 90, quando il numero uno della Bce Mario Draghi era direttore generale del Tesoro (ministro dell'Economia era Azeglio Ciampi e governatore di Bankitalia Antonio Fazio) per rientrare negli obiettivi di deficit fissati dalle autorità europee,  rinegoziati nel 2012 dal governo di Mario Monti, perché le banche avevano l'esigenza di ridurre il rischio rappresentato dal nostro Paese, produssero un buco nel bilancio pari a 8 miliardi di perdite.   Per fare piena luce sui metodi opachi, analoghi a quelli praticati dalla consorterie da parte del ministero dell’Economia, nell’occultare perfino alla Guardia di Finanza ed alla Corte dei Conti i contratti sui derivati tossici, alcuni ristrutturati all'apice della crisi finanziaria nel gennaio 2012, che avrebbero causato una perdita di almeno 8 miliardi di euro Adusbef e Federconsumatori avevano chiesto, in esposti denunce, di aprire un’indagine ad alcune Procure della Repubblica, tra le quali Milano, Roma, Firenze, Palermo, Trani.

     Il governo Monti infatti, secondo un articolo del Financial Times e di Repubblica, in soli sei mesi riuscì a ristrutturare contratti per 30 miliardi di euro, consolidando 8,1 miliardi di perdite, sborsando cash oltre 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley, dove lavora l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ed il figlio di Mario Draghi, potente presidente della Bce e direttore generale del Tesoro tra il 1991 ed il 2001, prima di essere arruolato da una delle banche d’affari che ha appioppato derivati tossici.

   Negli esposti, dopo aver chiesto di indagare sui tecnocrati che hanno prosperato attorno al Ministero del Tesoro, quali Draghi, Grilli, La Via, ed altri furbetti fomentati dalle banche d'affari, che poi hanno ripagato i 'civil servant' con lavori o consulenze lautamente pagate", Adusbef e Federconsumatori avevano chiesto di sequestrare i contratti derivati i quali, analogamente a Santorini ed Alexandria del Monte dei Paschi di Siena, sono stati ristrutturati con perdite rilevanti per lo Stato.

  In una fase di crisi drammatica per milioni di famiglie italiane e di giovani senza futuro, occorre accertare il gravissimo danno causato dalle banche di affari, come Goldman Sachs, che ha poi assunto Mario Draghi nei primi anni novanta; Morgan Stanley, che ha cooptato l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco; Credit Suisse, che ha arruolato l’ex direttore e poi ministro Vittorio Grilli, in un sistema di porte girevoli con il ministero dell’Economia. 

    L’ulteriore esposto-denuncia depositato il 5 marzo 2015 alla Procura di Roma, da Adusbef e Federconsumatori, anche alla luce dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani e dei nuovi documenti, che hanno accertato conflitti di interessi tra S&P e Morgan Stanley, beneficata da una clausola contrattuale capestro, che solo per quella operazione è costata all’erario almeno 2,5 miliardi di euro, dove si  chiedeva di accertare se i comportamenti di ministri e dirigenti del Tesoro, non avessero travalicato le attuali norme penali, procurando danni rilevanti al pubblico erario ed ai cittadini consumatori, costretti ad una pressione fiscale elevatissima, anche per coprire le avventure nella finanza speculativa che hanno generato evidenti buchi di bilancio, è stato trasmesso al Tribunale dei ministri dal Procuratore Aggiunto di Roma Nello Rossi.

                                                                        

 

                                                                                                                  

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