In Acqua, Energia, Gas e Rifiuti, Comunicati


Nell'ambito del Disegno di legge annuale sulla concorrenza, dall'ultima versione della bozza trapelata, emerge l'intenzione di abolire il mercato di maggior tutela.


Una scadenza prevista per il 30 giugno 2015 per quanto riguarda il settore del gas e per il 30 giugno 2016 per quanto riguarda il settore dell'energia elettrica.


Per le aziende che utilizzano l'energia elettrica e connesse in bassa tensione, con meno di 50 dipendenti e con un fatturato non superiore a 10 milioni di Euro, tale scadenza è fissata sempre al 30 giugno 2015.


Un'operazione che troviamo assurda.


Da anni, infatti, denunciamo all'Autorità per l'Energia, al Governo e al Parlamento come il mercato dell'energia sia ancora caratterizzato da una pessima concorrenza, con effetti contrari alle aspettative e sia costellato di irregolarità.


In questo modo non si farebbe altro che lasciare i cittadini in balia dei comportamenti scorretti e spregiudicati di molte aziende che, sin dall'apertura del mercato libero, hanno dimostrato tutta la loro mancata volontà nel proporre offerte competitive e trasparenti.


Non a caso, a 10 anni dall'apertura del mercato libero, solo il 15% dei 20 milioni di utenti ha scelto di abbandonare il mercato di maggior tutela nel gas, il 25% dei 29 milioni di utenti ha effettuato tale scelta nel settore dell'energia elettrica.


I risultati in termini di risparmio, inoltre, sono molto deludenti: dall'ultima relazione dell'AEEGSI, infatti, emerge che le famiglie passate al mercato libero hanno sottoscritto mediamente contratti più onerosi rispetto al mercato di maggior tutela, del +16,7% nel settore dell'energia elettrica (+42,5 Euro annui per il consumo di una famiglia media) e del +7,9% nel settore del gas (+68,2 Euro annui), per una maggior spesa complessiva di 121 euro annui.


Inoltre molti utenti che sono passati al mercato libero l'hanno fatto con poca consapevolezza, spesso perché spinti dalle pratiche aggressive adottate dalle compagnie. Lo dimostra l'aumento esponenziale dei reclami relativi alle pratiche commerciali scorrette avvenuto negli ultimi anni, incidendo per il 18% sul totale dei 500 mila reclami scritti pervenuti alle aziende nel 2013.


Viste queste gravi criticità chiediamo che venga mantenuto il mercato di maggior tutela fino a quando non si creeranno le condizioni necessarie per un passo di questo tipo. I cittadini devono essere adeguatamente informati e preparati, per poter effettuare scelte consapevoli. Le imprese devono mettere a disposizione dei consumatori offerte degne di questo nome, che propongano sempre tariffe inferiori a quelle del mercato di maggior tutela e non superiori, come avviene oggi.


Un passaggio completo al mercato libero, eliminando il ruolo dell'Acquirente Unico di operatore di mercato con effetto di calmieramento dei costi, significherebbe oggi solo un ulteriore aumento delle tariffe: un vero e proprio gioco al rialzo, i cui effetti negativi ricadrebbero tutti sui cittadini.


Per questo ribadiamo che tali scadenze siano rinviate, contestualmente chiediamo che nel nostro Paese si apra un dibattito per analizzare le vere cause del mancato funzionamento del mercato libero dell'energia e degli effetti perversi che si sono generati. D'altronde il problema non è solo nazionale: queste gravi distorsioni a discapito dei consumatori si stanno verificando nella maggior parte dei Paesi europei come emerge dal rapporto dei Regolatori europei. La nuova Commissione Energia dell'UE dovrà prenderne atto ed interrogarsi sulle vere cause ed intervenire per rilanciare la concorrenza per un mercato europeo e interconnesso a vantaggio dei consumatori italiani e dell'Unione.


Inoltre, in questa fase, è necessario adottare regole e normative stringenti nel mercato dell'energia, che vincolino alla correttezza, alla comparabilità ed alla trasparenza il comportamento delle aziende.

 


Il primo passo per porre le basi di un mercato libero realmente efficiente è anche preparare i cittadini ad una scelta informata, attraverso campagne che, come prevede la normativa, dovrebbero essere finanziate dalle multe di Antitrust e Autorità per l'Energia, effettuate grazie alle segnalazioni delle Associazioni dei Consumatori. Fondi che, stando alle ultime notizie, sono stati quasi sempre destinati ad altri scopi. 

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