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Il calo di produzione dell’energia elettrica verificatosi in Francia, associato allo stop per manutenzione di 21 centrali nucleari su 58 presenti nel Paese, sta determinando “un aumento della domanda” che ha fatto impennare la quotazione del kw/h alla borsa elettrica: nell’ultima settimana si è arrivati a quota 64 euro per 1000 kw/h, il livello più alto da 2 anni a questa parte. Si tratta di una cifra doppia rispetto a quella registrata nell’aprile scorso (+32 euro per 1000 kw/h). Tale incremento interrompe un trend discendente del costo dell’energia elettrica che si protraeva da dicembre 2015, a seguito dell’eccesso di offerta sul mercato e dell’aumento di produzione dalle rinnovabili. Nei mesi scorsi questa stessa riduzione non ha tuttavia avuto effetti apprezzabili sulle bollette, poiché è stata compensata dall’incremento degli oneri di sistema e di altre componenti (agevolazioni ad altri settori, sussidi incrociati, comportamenti speculativi nel dispacciamento). Non a caso la spesa complessiva della famiglia italiana tipo per il 2016 sarà di 498 euro per un consumo di 2700 kw/h, con un calo di 6 euro rispetto al 2015.

Il maggiore costo dell’energia per sopperire al fabbisogno francese farà quindi lievitare le bollette delle famiglie e delle imprese italiane. A tale spesa si aggiungerà poi un’altra “tegola” con il ripristino in bolletta di  altri 1,5 miliardi di aumenti nel 2017 per effetto del decreto legge 83/2012, che è stato “scongelato” dopo un periodo di stop e che verrà rimodulato in accordo con la Commissione Europea. La norma ha introdotto “forti sgravi sugli oneri di sistema elettrici per le imprese ad alto consumo energivoro che competono con l’estero”. Per il 2016 è prevedibile un aumento analogo, soggetto tuttavia al raggiungimento dell’accordo di cui sopra tra il Governo e la Commissione UE che dovrebbe essere negoziato entro l’anno: tali spese verranno pertanto addebitate nel 2017 attraverso un probabile conguaglio relativo al 2016. La legittimità di applicazione dei “sussidi” è stata avallata anche dalla Commissione Europea, che non li ritiene incompatibili con la libera concorrenza poiché non riconoscibili come aiuti di Stato.

L’incremento complessivo della bolletta sarà di circa il +1,5% con una maggiore spesa per la famiglia tipo (consumo annuo 2700 kw/h) di circa 9-10 euro e verrà inserito nella voce Ae degli oneri di sistema, facendoli lievitare ulteriormente. Si tratta di una scelta inaccettabile: come ripetiamo da anni, il costo di tali operazioni dovrebbe ricadere sulla fiscalità generale. 

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