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E’ tornato al centro del dibattito, in questi giorni, il tema relativo all’utilizzo dei dati sui consumi di energia elettrica e gas contenuti nel “Sistema informativo integrato” di Acquirente unico S.p.A. che, secondo quanto ipotizzato dalla Legge di Bilancio, potranno essere utilizzati ai fini dei “Censimenti permanenti” da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Le nostre perplessità circa tale ipotesi non riguardano la serietà e la capacità, da parte dell’Istat, di garantire la riservatezza dei dati trattati, a tutela della privacy dei cittadini, bensì riguardano il rischio che i dati del Sistema Informativo Integrato potrebbero essere messi a disposizione di Istat attraverso il SISTAN, il Sistema Statistico Nazionale.

Come da Decreto che lo ha istituito, al SISTAN possono partecipare, oltre ai soggetti ricompresi ex-lege, gli uffici di statistica di enti e organismi pubblici e privati che svolgano funzioni o servizi d'interesse pubblico o essenziali per il SISTAN medesimo.

Tra questi potrebbero essere ricompresi, a titolo meramente esemplificativo, quei Comuni che, ancora oggi, detengono partecipazioni nel capitale sociale di alcune tra le più importanti società di vendita di energia elettrica e gas naturale.

I dati elaborati nel SISTAN, sempre secondo il Decreto Legislativo 322/1989, sono considerati “patrimonio della collettività” e, come tali, possono essere condivisi tra i vari soggetti partecipanti al SISTAN. Oltre che essere forniti ai soggetti terzi che ne facciano richiesta per fini di studio e di ricerca.

Ciò rende quindi evidente come una siffatta gestione dei dati del Sistema Informativo Integrato permetterebbe ad alcuni operatori di avere accesso ad informazioni sui consumi dei clienti finali, esponendo questi ultimi, potenzialmente, all’applicazione di prezzi che sfruttino la loro maggiore o minore necessità di consumo in talune fasce della giornata e dando vita ad un evidente conflitto di interesse.

Inoltre, non sono da sottovalutare i possibili pericoli in termini di tutela della riservatezza dei cittadini. Lo stesso Garante per la Privacy si è fatto portatore di tale criticità in una recente segnalazione al Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Abbiamo sottolineato fin dal primo momento la necessità di garantire la limpidezza e la trasparenza nella gestione dei dati sensibili, assicurando che non possano essere trasmessi a terzi né utilizzati per scopi diversi da quelli di “censimento” dei consumi energetici e risoluzione delle problematiche. Il rischio, altrimenti, è che vadano compromessi i benefici della norma a discapito dell’intera collettività. In tal senso auspichiamo la dovuta attenzione al tema in oggetto da parte della politica.

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