In Acqua, Energia, Gas e Rifiuti, Comunicati

L’art. 1, comma 292 della Legge di Bilancio 2020 prevede che nei contratti di fornitura di energia elettrica, gas e servizio idrico nonché di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica, in caso di fatturazione illegittima “accertata dall’autorità competente ovvero debitamente documentata mediante apposita dichiarazione, presentata autonomamente anche con modalità telematiche, l’illegittimità della condotta del gestore e dell’operatore interessato” l’utente d’ora in poi ha diritto ad ottenere il rimborso delle somme eventualmente versate, in aggiunta ad una penale del 10 per cento dell’importo illegittimamente richiesto (comunque per un importo non inferiore a 100 euro).

Una disposizione normativa che si può rivelare controproducente sotto alcuni punti di vista.

Secondo l’interpretazione più logica e accreditata, la procedura presentata autonomamente dal cittadino introdotta dalla norma si sostituisce alla procedura di risoluzione alternativa delle controversie in caso di contenzioso anche sulla fatturazione illegittima.

Se confermato, sarebbe gravissimo! In primis danneggerebbe il cittadino: la procedura di conciliazione, infatti, sospende il distacco della fornitura, questa procedura invece no. Inoltre si depotenzierebbe il ruolo delle Autorità competenti (nello specifico, ARERA e AGCOM), già penalizzate, nel caso di AGCOM, dal ritardo nelle nomine dei vertici, nonché il compito di rappresentanza e di tutela qualificata delle Associazioni dei Consumatori.

Non si comprende, inoltre, quando nella norma si fa riferimento alla “autorità competente” se si intende l’autorità indipendente di settore o quella giudiziaria.

Per chiarire tutti gli interrogativi sollevati da questa norma, forse volutamente ambigua, nonché per correggerne le eventuali criticità, chiediamo un incontro urgente al Ministro per lo Sviluppo Economico. Qualora si confermassero le criticità sopra esposte chiederemo prontamente una modifica: l’obiettivo è quello di eliminare una volta per tutte la pratica intollerabile dell’invio di “bollette pazze”, senza che tale intento si riveli l’ennesimo annuncio elettorale disatteso.

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