In Comunicati, Politica Economica

Il D.Lgs. 21.11.2014, n. 175 (cd. Decreto "Semplificazioni fiscali"), ha introdotto, in via sperimentale, la dichiarazione dei redditi Modello 730 precompilato, che viene resa disponibile in via telematica, entro il 15 aprile di ogni anno, ai soggetti titolari di lavoro dipendente ed assimilati. I contribuenti possono accedere al modello 730 precompilato direttamente, attraverso il sito internet dell’Agenzia delle entrate, ovvero, conferendo apposita delega, tramite il proprio sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale o tramite un intermediario (Caf e professionisti abilitati).

In concreto i contribuenti devono essere in grado di avere le necessarie capacità per registrarsi e quindi accedere nel sito dell’Agenzia delle Entrate in maniera autonoma, in alternativa possono conferire delega ad un intermediario abilitato.

La dichiarazione precompilata può essere accettata senza modifiche, o modificata, o integrata con dati ulteriori rispetto a quelli proposti dall’AgenziaY4; anche tali attività possono essere svolte direttamente dal contribuente o delegate al proprio sostituto d’imposta, ad un Caf o professionista abilitato.

A seconda che il contribuente accetti o modifichi la dichiarazione proposta dall’Agenzia delle Entrate, direttamente o tramite i soggetti di cui sopra, è previsto un diverso iter dei controlli documentali, nonché un diverso livello di responsabilità per Caf e professionisti abilitati che appongono il visto di conformità sul modello 730.

PRIME CRITICITÀ EMERSE PER IL 730 PRECOMPILATO

Molti utenti hanno potuto verificare che nella dichiarazione mancavano dei dati che l'agenzia delle Entrate avrebbe invece potuto e dovuto inserire, come ad esempio il reddito derivante da pensione ed i dati relativi agli interessi passivi del mutuo, che in alcuni casi non sono stati riportati nella dichiarazione e dovranno quindi essere inseriti a mano dal contribuente o dall'intermediario delegato.

Altro e più grave problema riconosciuto anche dai tecnici delle entrate riguarda il contribuente che ha più di una Certificazione Unica (CU2015, ossia il nuovo CUD) perché ha avuto nel 2014 più sostituti d’imposta, in tal caso il 730 precompilato non funziona: c’è un errore nel sistema che non permette il calcolo delle detrazioni da lavoro dipendente. La stessa Agenzia delle Entrate, ha spiegato che in questi casi è necessario intervenire manualmente per inserire i dati corretti. In tale ipotesi infatti, quando il contribuente accede nel proprio 730/2015 precompilato, vede apparire il seguente messaggio:

«Nel tuo 730 precompilato non sono riportati i giorni di lavoro dipendente o di pensione, quindi l’esito (debito o credito) non tiene conto delle relative detrazioni». Il problema è che in presenza di più Certificazioni Uniche il sistema non riesce a calcolare i giorni di lavoro nell’anno (perché sommando le diverse certificazioni risultano essere più di 365), e le detrazioni che spettano di conseguenza.

Il contribuente deve pertanto inserire manualmente le detrazioni spettanti, con relativo saldo d’imposta. In pratica, deve compilarsi da solo la dichiarazione. Significa che tutti coloro che hanno avuto più redditi nel corso del 2014 (dipendenti o pensionati che hanno anche altre collaborazioni, dipendenti che hanno cambiato lavoro, dipendenti con molteplici rapporti part-time…) non potranno accettare il 730 precompilato senza modifiche, ma dovranno integrarlo con i dati relativi alle detrazioni spettanti per lavoro dipendente. Un 730 che non riporta le indicazioni dei famigliari a carico, le detrazioni sugli interessi passivi sui mutui ed altri sgravi che dovrebbero essere ben noti all’anagrafe tributaria, dipende dai dati poco aggiornati, da errori, superficialità o tentativi di sottrarre denaro ai contribuenti meno accorti ?

Adusbef e Federconsumatori ricordano che secondo i dati pubblicati dal dipartimento delle Finanze dell’Economia, la giungla di deduzioni e detrazioni (le agevolazioni che rientrano nella Tax expenditure che il governo nel Documento di economia e finanza ha promesso di disboscare con la delega fiscale), nel 2014 hanno infatti toccato quota 93,6 miliardi di euro (29,2 miliardi le prime, 64,4 miliardi le seconde), e di questi, la parte da leone la fanno gli oneri detraibili (19%), le spese mediche (8,1%), quelle per il recupero edilizio (5,4%) e per l’efficientamento energetico (2,3%).

    Sottrarre tali oneri deducibili che potrebbe scoraggiare – secondo un recente studio della Fondazione dei Commercialisti- circa 6 milioni di contribuenti ad esercitare il diritto a dichiarare oneri detraibili e a percepire le detrazioni spettanti attraverso la presentazione del modello 730 per un totale pari a circa 1,5 miliardi di euro, con la promessa dei mancati controlli, potrebbe essere un vero e proprio ricatto per molti contribuenti, indotti ad accettare il modello precompilato per non rischiare.

   Senza contare l’assurda responsabilità fiscale degli intermediari, che potrebbero essere perseguiti dall’Agenzia delle Entrate per dati fiscali non corretti, anche se non sono stati loro a inserirli in dichiarazione ma lo stesso fisco, l’operazione ‘730 a Casa’ rischia di trasformarsi in un percorso ad ostacoli, sia per la macchinosità del percorso telematico da seguire, che scoraggia gli anziani e coloro che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie,  che  per l’inefficienza conclamata del numero telefonico dell’agenzia delle Entrate. Adusbef e Federconsumatori hanno monitorato ripetute volte i tempi di attesa delle centraline telefoniche, ed il numero 848.800.444, dove potrebbe essere richiesto il Pin, è risultato tra i più inefficienti con tempi di attesa impossibili e frequenti cadute di linea, dopo ore di vani tentativi senza ottenere risposte

    Altro caso che si sta verificando è relativo alla gestione degli oneri detraibili, predisposti dall’Agenzia delle Entrate in maniera errata, in tal caso “l’onere indicato erroneamente va corretto. In caso contrario, la dichiarazione può essere considerata infedele” nonostante il dato sia fornito dalla stessa Agenzia, quindi il contribuente potrebbe pagare per un errore non suo.

Modificando il modello predisposto da Agenzia Entrate si perderà il “diritto” a non subire controlli.

Le conseguenze dell’obbligo di integrare/modificare la dichiarazione sono sostanzialmente:

• il contribuente, che deve modificare la dichiarazione, anche per errore NON PROPRIO, non potendo optare per l’accettazione senza modifiche del 730 Precompilato, sarà soggetto ai controlli documentali;

• il contribuente che, deve integrare la dichiarazione, a causa di dati incompleti NON PER PROPRIA NEGLIGENZA, sarà ugualmente soggetto ai controlli documentali;

• nel caso in cui il contribuente senta l’esigenza di rivolgersi a un CAF o a un professionista abilitato per modificare/integrare la dichiarazione, potrebbe dover sborsare una cifra, in genere variabile dai 30 ai 100 euro, per la modifica/integrazione della dichiarazione stessa, dovendo l’intermediario apporre il visto di conformità sui dati indicati ed assumere quindi il rischio di sanzione da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

   Da ultimo è il caso di ricordare che fino allo scorso anno si poteva presentare il 730 – precompilato dal contribuente – al CAF/Professionista ed ottenere l’invio all’Agenzia delle Entrate in maniera gratuita in quanto la responsabilità dei dati indicati restava in capo al contribuente.

Mentre la tanto decantata promessa dell’esecutivo di non effettuare i controlli nei confronti dei contribuenti che “accetteranno” il modello come predisposto dall’Agenzia delle Entrate, si tramuta in una sorta di “tassa per la tranquillità”. Infatti il contribuente paga più di quanto dovuto e lo stato “contento” non controlla, in barba all’art. 53 della costituzione “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

Il fisco e la sacrosanta lotta ad evasione ed elusione fiscale, il rispetto dello Statuto dei Diritti del Contribuente, sempre più derogato da agenzie fiscali che trattano i cittadini come sudditi da gabellare privi di diritti peggio che nel Medio-Evo, è materia troppo delicata per essere trattata con tale evidente superficialità ed affidata a dilettantismo, arroganza, improvvisazione.

    Adusbef e Federconsumatori, che non si rassegnano ad accettare o giustificare tali lampanti errori spacciati per semplificazione fiscale, (a meno che non si tratti di mala fede con la finalità di istituire l’ennesima surrettizia tassa sulla ‘tranquillità’ per fare in modo che i contribuenti paghino una sorta di ‘pizzo’ di mancate detrazioni di 1,5 mld per non subire controlli fiscali), continueranno a denunciare storture (se non vere e proprie ‘torture fiscali’) di questi protetti e più raffinati e moderni ‘gabellieri’, auspicando un celere ravvedimento operoso per correggere tali assurdità fiscali.

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