In Comunicati, Politica Economica

Prosegue la lunga lista di dati incerti e scoraggianti diffusi dall'Istat.

La produzione industriale segna un aumento del +0,4%, dimostrando come non ci sia verso di schiodarsi dallo zero virgola.

A porre un ulteriore freno agli entusiasmi ci pensa sempre l'Istat: attestando che la produzione industriale rimane in calo rispetto al 2015, del -0,3%.

Dati che dimostrano tutta l'instabilità del nostro sistema economico, che ancora risente della profonda crisi della domanda interna registrata dal 2012 al 2015, pari al -10,2% (con una riduzione complessiva della spesa delle famiglie di 72,2 miliardi di Euro).

"Da tale quadro emerge quanto la ripresa sia ancora lontana e tutti gli indicatori economici segnino livelli ancora insufficienti a motivare qualsiasi forma di ottimismo." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

È ora di avviare un vero e proprio programma shock per dare nuovo impulso all'andamento economico del nostro Paese.

Non si può più pensare di andare avanti senza gettare i presupposti fondamentali per la ripresa e la crescita: la redistribuzione dei redditi ed il rilancio del mercato del lavoro.

La crisi occupazionale (specialmente la grave disoccupazione giovanile) è il vero punto debole dell'intero sistema economico.

Basti pensare che le famiglie, divenute ormai l'unica forma di welfare per molti giovani disoccupati, spendono in tal senso circa 450 Euro al mese. Alleggerirle di tale onere significa far ripartire in maniera concreta la domanda interna e risollevare le condizioni dei nuclei familiari, ormai costretti ad innumerevoli sacrifici e rinunce.

Per questo è urgente avviare un Piano Straordinario per il Lavoro che preveda lo stanziamento di investimenti pubblici per almeno 60 miliardi di Euro da destinare solo, esclusivamente e categoricamente: alla crescita, alla modernizzazione, alla messa in sicurezza antisismica , all'innovazione ed alla ricerca, nonché alla valorizzazione dell'offerta turistica e del patrimonio culturale e paesaggistico.

Tali risorse possono essere ricavate dall'intensificazione della lotta all'evasione fiscale, dalla tassazione delle rendite finanziarie, e dalla vendita di parte delle riserve auree, circa il 15% (solo per citare alcune delle misure fondamentali per affrontare questa grave situazione). 

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