In Comunicati, Politica Economica

Dai dati odierni sulla produzione industriale arriva l'ennesima conferma del pessimo andamento economico del nostro Paese.

L'Istat rileva -0,9% su base annua.

La spiegazione del tracollo è quasi ovvia: non si produce perché non si consuma.

Basti pensare che nel triennio 2012-2013-2014 la contrazione dei consumi delle famiglie, secondo quanto rilevato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, risulta pari a -10,7%, percentuale che equivale ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi di Euro.

Causa principale di tale tendenza è la forte contrazione del potere di acquisto delle famiglie avvenuto negli ultimi anni: -13,4% dal 2008.

L'elemento chiave, che causa e allo stesso tempo alimenta questo pericoloso andamento, è la crisi del mercato occupazionale.

Le famiglie devono far fronte alla perdita del lavoro, o alla cassa integrazione, di conseguenza riducono drasticamente i propri consumi e modificano le proprie abitudini. 

Di fronte a un andamento simile della domanda interna la produzione non può che subire una forte frenata, alimentando ulteriormente ed in maniera sempre più drammatica la disoccupazione.

"È evidente che la via d'uscita per risollevare il sistema economico ed aprire una nuova stagione di crescita è il rilancio dell'occupazione." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Da tempo chiediamo al Governo di intervenire in maniera determinata, ma soprattutto concreta, avviando un piano straordinario per il lavoro.

A tale scopo dovranno essere destinati tutti i fondi ricavati attraverso:

– lotta a sprechi, privilegi, abusi;

– severa azione di contrasto all'evasione fiscale;

– vendita del 20% delle riserve auree;

– utilizzo dei fondi europei.

 

 

E' necessario investire soprattutto nella ricerca e nello sviluppo, realizzare opere infrastrutturali e di messa in sicurezza (soprattutto al Sud) ed elaborare un programma per il turismo volto a valorizzare e migliorare l'offerta culturale e l'accoglienza nel nostro Paese. 

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