In Comunicati, Politica Economica

"Come purtroppo avevamo prospettato, i timidi segnali di ripresa manifestati nei mesi scorsi relativamente all'andamento della produzione industriale si sono rivelati ancora illusori e del tutto insufficienti per poter parlare di ripresa." – dichiarano Rosario Trefiletti, Presidente della Federconsumatori ed Elio Lannutti Presidente di Adusbef.

A testimoniarlo è il novo calo registrato dall'Istat: -1,2% rispetto ad aprile, -1,8% sull'anno.

Si tratta di un segnale chiaro ed inequivocabile circa l'urgenza di misure realmente in grado di innescare una ripresa stabile e duratura.

I veri presupposti per raggiungere tale obiettivo sono il rilancio del sistema produttivo e dell'occupazione.

Rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile, è la strada maestra per restituire potere di acquisto alle famiglie, non solo quelle giovani, ma tutte, dal momento che attualmente la mancanza di reddito dei più giovani ricade sui bilanci di genitori e nonni.

È evidente che l'intera economia, dalla produzione industriale alla domanda turistica, risentono in maniera pesante della grave crisi del potere di acquisto delle famiglie, che ha portato ad una contrazione dei consumi del -8,1% nel biennio 2012-2013.

Per questo è indispensabile rimettere in moto la domanda interna ed il sistema economico attraverso:

 

1.         L'ampliamento della platea dei    destinatari del bonus di 80 Euro, estendendolo anche a            pensionati, incapienti e famiglie numerose.

            In tal modo raddoppierebbero i benefici sull'andamento dei consumi in calcolati   dall'O.N.F. –                Osservatorio Nazionale Federconsumatori, passando da una ripresa del +0,4% ad una del        +0,8 / +0,9% (in termini annui).

 

2.         L'avvio di interventi mirati allo sviluppo del Paese ed all'incremento dell'occupazione.

           In particolare è necessario un piano di investimenti in settori strategici come quello delle             telecomunicazioni (ancora gravemente arretrato rispetto al resto d'Europa) e del turismo           (vero "oro nero" del nostro Paese).

 

Si tratta di operazioni onerose, ma talmente vitali per il Paese che meritano sia messo in campo ogni sforzo necessario a realizzarlo, a partire dalla vendita di parte (circa il 15%) delle riserve auree. 

 


 

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