In Comunicati, Politica Economica

L’Istat abbassa le stime dell’inflazione a Settembre, che passa al +0,3% (mentre le stime preliminari era al +0,4%).

Significativa la diminuzione del tasso relativo ai beni del cosiddetto carrello della spesa, che segnano + 0,4% (aumento dimezzato rispetto al +0,8% delle stime iniziali).

Questo si traduce, per le famiglie, in un aumento generalizzato dei costi, in termini annui, di +96,50 Euro.

Un segnale importante, se confrontato con la prospettiva di aumento di oltre 118 Euro calcolato sulla base delle stime preliminari. Tale dato si fa ancora più rilevante se letto in concomitanza con l’andamento del commercio, che ha segnato ad Agosto una diminuzione del -0,6% in valore e in volume rispetto al mese precedente. Particolarmente allarmante, in tale quadro, è apparso il calo delle vendite nel settore alimentare (quello che per ultimo viene intaccato in situazioni di crisi) pari al -0,9% in valore ed al -1% in volume su Luglio 2019.

Il rallentamento dei prezzi dei beni con maggiore frequenza di acquisto incide sicuramente in maniera positiva su tale andamento, ma per risollevare realmente, in modo efficace e duraturo la domanda interna, è necessario intervenire potenziando il potere di acquisto delle famiglie, che ancora arranca per far fronte alla spesa, anche nei settori essenziali.

Oltre ad evitare l’aumento dell’IVA, è ora necessario operare una rimodulazione delle aliquote, per fare in modo che la tassazione non pesi in maniera eccessiva su alcuni beni di prima necessità che invece vengono considerati “beni di lusso” tassati al 22%. Tra questi il latte in polvere e i pannolini per bambini, nonché gli assorbenti femminili.

Le famiglie hanno inoltre bisogno che diventino al più presto operative misure quali il taglio del cuneo fiscale e le agevolazioni a sostegno delle famiglie dal bonus figli.

È necessario, inoltre, avviare un piano capace di dare nuovo slancio al mercato occupazionale con lo stanziamento di investimenti per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, di cui in manovra non vi è alcuna traccia significativa.

Si tratta di operazioni fondamentali per dare un nuovo slancio all’intero sistema economico e restituire fiducia alle famiglie.

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