In Comunicati, Politica Economica

Il 2014 si chiude in negativo anche sul fronte della fiducia dei consumatori, che, come attesta oggi l'Istat, registra un calo rispetto a novembre.

Un calo prevedibile, quasi ovvio, visto il pessimo andamento economico a cui le famiglie ed il Paese hanno dovuto far fronte anche nell'ultimo anno.

Potere di acquisto in caduta libera, disoccupazione alle stelle, consumi in forte calo. Nemmeno le recenti festività natalizie son riuscite a risollevare in parte il trend negativo che ha caratterizzato l'intero 2014: per i regali di Natale le famiglie hanno speso il -6,2% rispetto allo scorso anno (con una spesa media a famiglia di appena 126 Euro).

I saldi non promettono nulla di diverso: secondo le prime stime solo il 36% delle famiglie acquisterà a saldo, con una spesa complessiva inferiore rispetto alla stagione invernale 2013 del -5,6%.

Tutti questi dati lasciano presagire un 2015 di forte recessione. L'ennesimo anno di crisi, aggravato dalla mancanza di coraggio del Governo, che ancora non si decide ad avviare serie e concrete misure di rilancio.

"Non ci stancheremo mai di ripetere che il primo passo, fondamentale, per rimettere in moto l'economia e la domanda interna è la ripresa del mercato occupazionale, attraverso l'avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Creare posti di lavoro non significa solo restituire reddito a chi non ne ha, ma anche alleggerire il carico che pesa sulle spalle di nonni e genitori costretti, a causa della mancanza di lavoro, a sostenere nipoti e figli disoccupati.

È ora di spezzare questo andamento perverso, che sta trascinando i consumi e l'intera economia sempre più in basso. È ora di restituire prospettive, fiducia e futuro ai cittadini, specialmente ai più giovani.

 

Ogni centesimo ricavato dalla lotta agli sprechi, all'evasione, agli abusi ed al malaffare deve essere destinato a tali scopi. È utile in tal senso, come sosteniamo da anni, anche la vendita di almeno il 15-20% delle risorse auree.

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