In Comunicati, Politica Economica

   Il risparmio delle famiglie italiane è stato falcidiato a partire dal 2002 con l’introduzione dell’euro, a riprova di un saccheggio sistematico del potere di acquisto di salari stipendi e pensioni e da aumenti surrettizi di prezzi e tariffe da parte di tutti quei soggetti che hanno avuto la libertà di veri e propri scippi con destrezza al riparo delle contigue autorità di settore, in primis Bankitalia,Isvap (oggi Ivass) ed Autorità per il Gas e l’Energia, che invece di fungere da calmierI del libero mercato, hanno offerto esclusivi vantaggi ai monopolisti, oligopolisti dell’energia elettrica e del gas ed ai cartelli bancari ed assicurativi.

    Come si può agevolmente verificare dalle tabelle di Bankitalia, nel 2002 le famiglie italiane disponevano di ben 95 miliardi di euro di risparmi (il saldo netto tra attività e passività finanziarie), diminuiti a 68,61 miliardi nel 2003 (-26,4), aumentati di 14 miliardi nel 2004 a 82,73 miliardi, diminuiti di nuovo nel 2005 di 7,9 miliardi ed attestati a 74,74 miliardi. Ciò che balza agli occhi è la variazione di un -80,1 per cento del risparmio delle famiglie nel decennio  2002 al 2012,con una sua diminuzione a 18,863 miliardi di euro dai 95 miliardi dell’anno di introduzione dell’euro.

  Il crollo dei consumi e le sofferenze economiche degli italiani, che ha colpito anche il ceto medio e i redditi che potevano essere definiti dei ''benestanti'' nel 2001, è dimostrato inconfutabilmente dall’altro indicatore sulla capacità di spesa (Cds), pari in Italia a 119 nel 2001, tra le più elevate dei paesi europei superata da Inghilterra (120); Svezia (123); Belgio (124); Austria (126); Danimarca (128); Olanda ed Irlanda (134); Lussemburgo (235); più alta di Francia; Germania e Finlandia (116). Nel 2012, l'Italia (-16,8%) guida la classifica negativa della capacità di spesa (Cds) ridotta di 20 punti ed attestata a 99; al secondo posto la Grecia (-13,8% la Cds che passa da 87 a 75); al terzo il Regno Unito (-8,3% con la Cds a 110; al quarto il Portogallo -7,4% che si attesta a 75; al quinto la Francia -6,9% con la Cds a 108; al sesto il Belgio a 119; mentre Austria (131); Germania (122); Svezia (129) e Lussemburgo (272) aumentano la capacità di spesa.

   Non vorremo che l’Istat, nello sfornare  un rapporto troppo ottimistico sulla propensione al risparmio, che fa a pugni con altri indicatori economici su disoccupazione, povertà e flessione dei consumi della stessa Istat, voglia inaugurare con il nuovo presidente, l’era di genuflessione per compiacere il Governo di turno.

 

IL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE ITALIANE. ANNI 2002-2012

Fonte: Relazioni annulai del Governatore della Banca d’Italia (miliardi di euro)

 2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

Variaz.

2012/2002

Variaz.

2012/2006

95,015

68,615

82,736

74,743

43,222

35,589

55,170

41,752

23,355

20,236

18,863

– 80,1 %

– 56,4 %

 

Variazione % 2002-2003

-27,78

Variazione % 2003-2004

+20,58

Variazione % 2004-2005

-9,66

Variazione % 2005-2006

-42,17

Variazione % 2006-2007

-17,66

Variazione % 2007-2008

+55,02

Variazione % 2008-2009

-24,32

Variazione % 2009-2010

-44,06

Variazione % 2010-2011

-13,35

Variazione % 2011-2012

-6,78

 

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