In Comunicati, Politica Economica

L'andamento delle retribuzioni contrattuali rilevato dall'Istat per il mese di marzo è l'ennesima dimostrazione della condizione di stagnazione e immobilismo in cui la nostra economia si trova impantanata da tempo: le retribuzioni orarie risultano ferme su base mensile, facendo registrare un debole rialzo del +1% su base annua che appare ben poca cosa se messo a confronto con il crollo del potere di acquisto che le famiglie hanno subito in questi anni (-13,4% dal 2008 ad oggi). Non dimentichiamo poi che questo flebile aumento non tocca i dipendenti pubblici, in ragione del blocco dei contratti della pubblica amministrazione.  

 

"E' evidente che la crisi economica continua ad attanagliare il nostro Paese e la ripresa appare ancora lontana" – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

 

Come dimostrano anche i dati relativi alla produzione industriale (-0,2% rispetto al 2014) , la domanda interna è ai minimi storici: non si produce perché non si consuma.

Inoltre in questo quadro non si può non tenere in considerazione il fattore disoccupazione, che condiziona pesantemente le scelte economiche dei cittadini: da uno studio dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge che una famiglia in cui un componente sia rimasto disoccupato nell'ultimo anno, nel 2014 ha speso il -14,8%, rispetto alla spesa media annua delle famiglie, pari a 4.181 Euro in meno.

 

 

La risoluzione di tali questioni passa in primis per l'avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro, che consenta la reale ripresa della nostra economia. Inoltre, in carenza di investimenti privati, spetta allo Stato farsi carico di investimenti pubblici (utilizzando anche al meglio i fondi europei) per l'innovazione, la ricerca, le reti di comunicazione di ultima generazione e il turismo. 

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