In Comunicati, Politica Economica

Sono a dir poco impressionanti i dati diffusi oggi dall'Istat sul tasso di disoccupazione.

A marzo ha raggiunto il 12,7%, ma il segnale più inquietante proviene dalla disoccupazione giovanile al 42,7%. Praticamente, quasi un giovane su 2 non lavora.

Se è questo il dato medio nazionale significa che al Sud vi è una vera e propria desertificazione dei posti di lavoro.

Non  è possibile andare avanti in questo modo.

"Si impone un serio piano di investimenti per il lavoro, di carattere straordinario, che metta in campo tutte le risorse possibili per il rilancio dell'occupazione, specialmente quella giovanile." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Creare occupazione non significa unicamente restituire speranza e prospettive ai cittadini, ma vuol dire rianimare i consumi dando nuovo impulso alla domanda interna ormai in crisi da anni (basti pensare che nel solo biennio 2012-2013 la contrazione è stata del -8,1%, che equivale ad una riduzione di 2.320 euro annui da parte di ogni famiglia). I benefici saranno enormi per l'intera economia: la ripresa dei consumi innescherà infatti una risalita della produzione, creando a sua volta nuova occupazione, aumentando così il potere di acquisto delle famiglie che attualmente fanno welfare sostenendo sulle proprie spalle figli e nipoti senza lavoro.

Per questo è quanto mai necessario agire con coraggio e determinazione:

– stanziando congrui investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, a partire dalla banda larga nelle telecomunicazioni;

–  avviando un piano per lo sviluppo del turismo, vero "oro nero" del nostro Paese;

– attuando un allentamento del patto di stabilità che consenta la realizzazione di opere infrastrutturali di modernizzazione e messa in sicurezza (in primis per quanto riguarda l'edilizia scolastica).

 

Alla realizzazione di tale piano dovranno essere convogliate risorse adeguate, ricavate attraverso tagli a sprechi e privilegi, a cui andranno aggiunti almeno 15 miliardi di Euro derivanti dalla vendita di parte delle riserve auree (15-20%). 

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