In Comunicati, Politica Economica

Un minore su tre è a rischio povertà in Italia. Con questo dato si è celebrata, il 20 novembre, la giornata internazionale sui diritti dei minori a testimonianza del fatto che la crisi economica, che sta attraversando l’Europa e l’assenza di politiche di crescita economica, si traduce in una contrazione inaccettabile dei diritti fondamentali dei minorenni. “Una società incapace di provvedere ai bisogni essenziali dei propri figli è destinata ad essere fallimentare e priva di futuro” sostiene  l’Avv. Andrea Catizone, responsabile dell’Osservatorio sulle Famiglie di Federconsumatori, “mentre alcuni bambini si destreggiano tra feste di compleanno da mille euro, regali stratosferici, tablet e telefonini ci sono dei bambini che non riescono nemmeno ad avere gli alimenti necessari per una regolare crescita, con la conseguenza di subire  gravi danni di salute che compromettono  il giusto sviluppo fisico e psicologico”.  Anche nella prosperosa Svizzera un bambino su sei è a rischio povertà, mentre nella vicina Turchia  si vuole introdurre il matrimonio riparatore che cancella lo stupro di giovani ragazze e bambine. Qual è il futuro che sta costruendo l’Europa? Adolescenti  costretti a lasciare la scuola, bambine e bambini privi di diritti fondamentali,  fenomeni di sopraffazione del più forte sui deboli concentrati anche nelle scuole di grado inferiore, mettono il luce il grave disagio che questa fascia di popolazione sta vivendo. L’istituzione di un fondo di contrasto contro la povertà educativa è un passo importante per combattere la dispersione scolastica e segna la direzione verso la quale si deve tendere.  Investire sui giovani e sui bambini è la vera sfida che le istituzioni devono perseguire per ridurre le diseguaglianze e costruire un modello di convivenza non basato sul censo, ma sulle reali capacità di ciascuno, creando delle opportunità per i più meritevoli. Qualcuno proponeva di associare al voto dei genitori uno simbolico dei figli per mettere in luce la valutazione sullo stato delle cose da parte di chi spesso non viene interpellato direttamente, ma che è il destinatario silenzioso degli effetti di decisioni altrui.

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