In Banche e Assicurazioni, Comunicati

Adusbef e Federconsumatori, che già nel febbraio 2013, all'indomani dello scoppio dello scandalo che portò alle dimissioni di Giuseppe Mussari dal MPS e dalla presidenza Abi, avevano chiesto di nazionalizzare la banca, nominando banchieri probi ed integerrimi che non rientrassero nella ristretta cerchia dei fiduciari di Bankitalia, dopo 3 anni e 10 medi di distruzione di risparmio, di aumenti di capitali bruciati ed un salasso di commissioni pagate agli avvoltoi che ancora volteggiano sul cielo di Siena, pregustando di cibarsi delle sue spoglie, tornano a chiedere la nazionalizzazione, a prescindere dal MES e dal Fondo Salva Stati. Il Monte dei Paschi di Siena infatti, la più antica banca, che quota in borsa 520 milioni di euro, dopo aver pagato negli ultimi 3 anni commissioni per aumenti di capitali bruciati e prestiti 'ingrassa banche' per  832 milioni di euro, (compreso quello deliberato di 448 milioni a JPMorgan),  in 544 anni anni di vita è riuscito a resistere a guerre, uragani, sciagure, pestilenze, carestie, invasioni barbariche, ma nulla ha potuto per difendersi dalle politiche sbagliate e da una gestione irresponsabile dell'intera vicenda. Addossare la crisi di MPS (che è stata aggravata per dilettantismo, incompetenza e cinismo) sulle spalle di risparmiatori, utenti e lavoratori, con la Bce che continua a giocare con l'esproprio criminale del bail-in, facendo trapelare notizie sulla mancata proroga che dovrebbero essere penalmente perseguite per il conseguente ed ennesimo crollo del titolo sui mercati, rappresenta l'ennesimo atto di irresponsabilità tecnocratica, che deve essere arrestato. Il MPS, che doveva essere nazionalizzato come Adusbef e Federconsumatori avevano già chiesto nel febbraio 2013, non può essere lasciato alla mercé di avventurieri senza scrupoli che giocano sulla pelle di risparmiatori, lavoratori, correntisti. Gli errori gravissimi fatti da un inesistente sistema di vigilanza e dal governo, che ha già svolto il ruolo di sicario del risparmio azzerando col decreto salva banche, sudore e sacrifici di intere generazioni, espropriando  130.000 famiglie di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cariferrara, che attendono ancora i comodi di lorsignori sugli arbitrati, dopo qualche elemosina del fondo interbancario, devono finire evitando che Governo, Unione Europea, Troika e Bce, possano continuare indisturbati ad espropriare i risparmi degli italiani.

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