In Comunicati, Politica Economica

Non vorremmo risultare ripetitivi, ma sono trascorsi altri 15 giorni senza che si vedesse l’ombra dei Decreti attuativi tanto attesi per dare il via libera allo sblocco del fondo per i risparmiatori truffati.

Il Governo, troppo impegnato a risolvere le liti interne e a postare l’ennesima promessa sui social, si è perso per strada, secondo i dati resi noti dall’Ufficio Studi della Camera dei Deputati, ben 155 provvedimenti attuativi necessari solo per attuare completamente la Legge di Bilancio 2019 (67 dei quali avrebbero dovuto essere varati entro il 1 Aprile 2019). Un’analisi di Openpolis rivela come “42 provvedimenti legislativi del Governo Conte pubblicati in Gazzetta Ufficiale in questi 9 mesi hanno richiesto 230 provvedimenti attuativi, di cui 23 già sono stati adottati. Ne mancano ancora 207.”

Ad attendere non sono solo i risparmiatori, in stand by vi sono norme rilevanti come la ripartizione del Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato per le materie di propria competenza (per cui il parere della V e VI Commissione al Senato è atteso per il 29 maggio). Stessa sorte per l’annunciato introito di 18 miliardi su cui conta il Governo alla voce privatizzazioni e dismissioni del patrimonio immobiliare per ridurre il debito pubblico, peccato che manca ancora l’individuazione degli immobili di proprietà dello Stato in uso al Ministero della Difesa, diverso dall’abitativo, non più necessari alle proprie finalità istituzionali e suscettibili di valorizzazione.

Tra i provvedimenti in attesa ce ne sono anche alcuni estremamente rilevanti per i cittadini, a partire dalla definizione dei parametri per la Carta Famiglia, pensata per concedere una serie di sconti sull’acquisto di beni e servizi alle famiglie numerose a basso reddito. Un provvedimento entrato in vigore a febbraio 2018, ma già congelato in attesa del Decreto attuativo del Presidente del Consiglio e del Ministro della Famiglia che recepiscono le modifiche apportate in Manovra a fine 2018, con la discutibile limitazione della platea ai soli nuclei italiani o appartenenti ai Paesi membri dell’UE.

Manca all’appello anche il tanto annunciato provvedimento per l’obbligo dell’installazione dei seggiolini anti-abbandono: era previsto per il 1 Luglio, ma è slittato a data da destinarsi, dal momento che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha ancora definito le caratteristiche tecniche (la cui scadenza era fissata il 27 Dicembre scorso).

“La lunga lista di ritardi, di cui abbiamo citato solo quelli più eclatanti e di maggiore interesse per i cittadini, dovrebbe fornire un segnale di allarme al Governo, chiamandolo ad una prova di responsabilità per il Paese e di coerenza con le promesse fatte.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. – “La nostra Associazione continuerà a monitorare attentamente l’avanzamento di tali provvedimenti e sollecitarne l’avvio.”

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