In Comunicati, Politica Economica

L'Istat conferma che, nel 2016, i prezzi al consumo hanno registrato una variazione negativa del -0,1%.

"E' dal 1959 – aggiunge l'Istituto di Statistica – che non accadeva."

Un dato allarmante, non compensato dalla crescita di dicembre, pari al +0,4% sul mese precedente.

"Questo andamento conferma la necessità e l'urgenza di un intervento del Governo per rilanciare l'intero sistema economico, che, come è evidente, risente ancora in maniera pesante della crisi della domanda interna." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Alla luce di tali dati si rende sempre più urgente una vera e propria scossa all'economia, in grado di aprire una nuova fase di sviluppo e di crescita.

Il primo passo in tal senso è un serio intervento per i rilancio dell'occupazione e la redistribuzione dei redditi, attraverso l'avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro che si concentri sullo stanziamento di investimenti per:

–  innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico;

– realizzazione, modernizzazione e messa in sicurezza antisismica delle infrastrutture;

– valorizzazione e qualificazione dell'offerta turistica.

Creare nuovo sviluppo e contribuire alla crescita della domanda occupazionale significa apportare beneficio alle famiglie in termini generali: queste ultime conoscerebbero, infatti, un  nuovo aumento del proprio potere di acquisto, dal momento che non dovrebbero più provvedere al sostegno economico di figli e nipoti disoccupati (per una spesa che l'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato pari a circa 450 Euro al mese).

L'aumento del potere di acquisto calcolato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori se l'occupazione tornasse al livello già alto del 6%, sarebbe pari ad oltre 40 miliardi di Euro annui.

Oltre a intervenire per incrementare l'occupazione, è indispensabile, soprattutto ora che il Governo dovrà provvedere ad una manovra correttiva, scongiurare definitivamente la minaccia incombente delle clausole di salvaguardia. Se gli aumenti dell'IVA dovessero scattare, infatti, per una famiglia tipo le ricadute a regime sarebbero di +782 Euro annui a famiglia: un vero e proprio colpo di grazia all'intero sistema economico.

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