In Comunicati, Politica Economica

L’Istat conferma: nel 2020 i prezzi calano dello 0,2%. Dal 1954, ovvero da quando è disponibile la serie storica, è la terza volta che la media annua registra una diminuzione (era avvenuto del 1959 e nel 2016).

Nel mese di dicembre il tasso di inflazione si è attestato al +0,2% rispetto al mese precedente, facendo comunque registrare quota -0,2% sull’anno, confermando il trend registrato nel mese precedente.

Sottolinea l’Istituto di statistica che il calo annuo è dovuto in larga misura alla diminuzione dei costi dei beni energetici registrata durante l’anno, che però, come abbiamo visto dagli ultimi aggiornamenti tariffari, già stanno riprendendo quota.

In controtendenza, come osserviamo ormai da tempo, i prezzi dei prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona, che rallentano però la loro crescita a dicembre allo 0,6%.

Tale andamento, unito a quello relativo ai consumi delle famiglie, che a novembre hanno segnato un calo del 6,9% rispetto ad ottobre in valore, desta forti preoccupazioni sul futuro del nostro Paese. Questi dati, infatti, non solo accendono un faro di allarme sulla condizione delle famiglie, ma produrranno evidenti ricadute sul fronte del commercio e della produzione.

In una fase delicata e decisiva come quella che stiamo attraversando non sono ammessi passi falsi. Per questo è fondamentale adottare al più presto le misure di rilancio che la situazione richiede, con opportuni stanziamenti per il rilancio, lo sviluppo, l’occupazione e la salute.

Non intendiamo entrare nella polemica relativa alla crisi di governo, certo è che il Paese in questo momento ha bisogno di misure urgenti, adeguate a fronteggiare l’emergenza e ad aprire una nuova fase di crescita all’indomani della pandemia: per questo è necessario sfruttare tutti gli strumenti a disposizione, MES compreso, per garantire la tenuta dell’economia e del sistema sanitario.

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