In Banche e Assicurazioni, Comunicati

l’Ivass oggi ha confermato quello che denunciamo da tempo: seppure con il lockdown per il covid l’incidentalità stradale sia diminuita notevolmente, non tutte le compagnie hanno restituito ai clienti, in misura adeguata, parte dei premi.

In questo periodo le compagnie hanno infatti aumentato i propri profitti del 45%, ma poco o nulla è stato restituito ai clienti, che anzi, secondo i nostri dati, in alcuni casi fanno ancora i conti con aumenti sulle proprie polizze.

Secondo i dati dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i costi delle polizze rc auto segnano nel 2020 un aumento tra il +4% ed il 12% (ma soprattutto al Sud permangono picchi anche del +32%).

Questo a fronte di una riduzione mai vista del numero di incidenti stradali con lesioni a persone, pari a -29,5% rispetto al 2019.

Una politica inaccettabile, a cui le compagnie ora sono chiamate a porre rimedio dall’Ivass: sembrerebbe, infatti, che “su 2,2 miliardi di euro risparmiati, 800 milioni sono stati restituiti ma con forti differenze fra le compagnie.”

Oltre a restituire una congrua parte degli utili riteniamo necessario che le compagnie blocchino gli aumenti in atto che, seppur più contenuti rispetto agli anni passati, non si arrestano.

È giunto il momento di riportare un po’ di ordine in questo settore che, tra tariffe elevate, continui aumenti e tentativi di speculazione (non dimentichiamo l’istruttoria avviata dall’AGCM sulle compagnie per il tentativo di controllare i prezzi e limitare la concorrenza nel settore) risulta uno dei più detestabile per i cittadini, che da anni subiscono condotte ai limiti della legalità.

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