In Comunicati, Politica e Società

Durante questo periodo di Pandemia la questione degli immigrati in Italia ha occupato uno spazio non trascurabile sui mezzi di comunicazione. Si è discusso in particolare di coloro che non hanno permessi di soggiorno, gli invisibili: sfruttati e privati di alcun diritto. Pian piano hanno iniziato ad essere meno invisibili, grazie alla mancanza del loro lavoro ne abbiamo percepito nettamente la presenza, fino all’approvazione, ieri, di una legge importante.

Diversi fattori hanno contribuito in tal senso: in primis i richiami del Pontefice, che in molte occasioni ha invitato il potere politico a trattare questi cittadini in modo umano e regolarizzarli per garantir loro l'assistenza sanitaria e i pieni diritti di cittadini e lavoratori; la pressione di molte Associazioni, tra cui la nostra, nonché dei Sindacati Confederali che hanno chiesto la regolarizzazione ed in fine la consapevolezza di molti cittadini e di buona parte del mondo politico che questo passo è necessario, sia perché i migranti hanno garantito il raccolto durante questi due mesi di pandemia, sia per la tutela della salute pubblica, in quanto il virus colpisce tutti senza alcuna distinzione. 

La maggioranza di governo è riuscita a raggiungere un compromesso che dà una prima importante risposta, anche se solo parziale, al problema della regolarizzazione.

Il DL Rilancio, infatti dà la possibilità di regolarizzare i cittadini solo in determinati settori: agricoltura, allevamento e zootecnica, pesca e acquacoltura, assistenza alla persona per sé o per componenti della propria famiglia affetti da patologie o handicap che limitino l'autosufficienza, lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. 

Il DL. prevede due percorsi paralleli di regolarizzazione: il primo secondo cui il datore lavoro può presentare una istanza per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale ovvero per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri pagando 400.00 euro di tasse e 160 euro per il rilascio del permesso di soggiorno.

Il secondo è rivolto ai cittadini immigrati che erano presenti in Italia, avevano un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 e non sono riusciti a rinnovarlo: questi possono presentare una istanza e ottenere un permesso di soggiorno temporaneo valido solo nel territorio nazionale della durata di sei mesi. il DL chiarisce che se prima della scadenza dei sei mesi del permesso di soggiorno temporaneo il cittadino straniero dimostra un contratto di lavoro subordinato e/o la documentazione retributiva e previdenziale che prova l'attività lavorativa nei settori sopracitati, il permesso di soggiorno temporaneo verrà trasformato in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. 

Si stima che i cittadini immigrati irregolari in Italia siano circa 600.000: buona parte di questi opera nel settore dell'agricoltura, nei servizi alla famiglia e badantato. Finalmente queste persone emergono dalla invisibilità e potranno  avere un percorso di lavoro regolare, di integrazione nel tessuto socio economico, sottraendoli dallo sfruttamento, dal caporalato e dalla malavita organizzata. Infine l'emersione di questi cittadini e la garanzia di un’assistenza sanitaria si traduce, da un lato in una migliore tutela della salute pubblica, dall’altro nel contrasto al lavoro nero e ad un attivo alla crescita economica e sociale del Paese. 

 

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