In Comunicati, Politica e Società

Roma, 31 Ottobre 2018

 

 

                                                                                   Alla c.a.           Marco Travaglio

                                                                                                          Direttore Responsabile de Il Fatto Quotidiano

 

                                                                                                          Marco Franchi

                                                                                                          Giornalista de Il Fatto Quotidiano

 

 

 

Buongiorno,

 

vi scrivo in merito all’articolo apparso oggi sulle pagine del vostro quotidiano, dal titolo “Associazioni: il grande affare della difesa dei consumatori.”

Il mondo delle Associazioni dei Consumatori è senza dubbio ampio e variegato e noi stessi, da anni, chiediamo al Parlamento di rivedere la legislazione sul consumerismo e di potenziare il CNCU, l’organo del Mise rappresentativo delle Associazioni dei Consumatori e degli utenti a livello nazionale, il cui compito è quello di contribuire al miglioramento e al rafforzamento della posizione del consumatore/utente nel mercato.

Questo non significa, né può essere un comodo alibi utile a screditare il ruolo e le azioni delle Associazioni che, da anni, conducono importanti battaglie a favore dei consumatori, riportando molti successi.

Non sta a me elencarli, sono sicuro che attraverso una ricerca approfondita ed obiettiva riuscirete a risalire agli importanti risultati ottenuti, alle tante denunce, alle sollecitazioni agli organi di vigilanza perché intervenissero in pratiche commerciali scorrette che hanno portato ad importanti sanzioni.

Generalizzare non è mai utile, a meno che non vi sia un preciso obiettivo: quello di aumentare la sfiducia dei cittadini, innescando un meccanismo di rinuncia alla tutela che da anni siamo impegnati a contrastare.

Questioni che riguardano una singola associazione non possono diventare il pretesto per campagne che colpiscono l’intero insieme delle Associazioni dei Consumatori.

Da un giornale noto e diffuso come il vostro ci aspettiamo un impegno per la verità, spoglia da ogni strumentalizzazione.

Per questo vorrei fare chiarezza su alcuni punti da voi sollevati, invitandovi ad una riflessione.

È vero, la Federconsumatori partecipa ai bandi indetti per i progetti a favore dei consumatori, i cui fondi provengono da parte delle multe comminate dall’Antitrust. Nessuno, però, dice che tali sanzioni vengono effettuate proprio su segnalazione delle Associazioni dei Consumatori e che i fondi sono strettamente vincolati alla realizzazione delle attività di progetto. Un aspetto che abbiamo sempre considerato un bene: in tal modo, infatti, il finanziamento dei progetti non intacca in alcun modo la fiscalità generale e quindi i cittadini, già ampiamente vessati sotto altri punti di vista.

 

Inoltre, è necessario considerare che tali fondi finanziano solo le attività previste dai progetti finalizzati all’informazione dei cittadini in determinati ambiti, per la quale non è previsto alcun contributo da parte degli utenti. L’attività ordinaria dell’associazione, fatta di pratiche, reclami, istanze, assistenza legale, realizzazione di campagne pubbliche e partecipazione alla formulazione della legislazione nei diversi settori in cui si dispiega la nostra attività è finanziata dal tesseramento e dai proventi del 5×1000, non da enti ed aziende. Pratica, quest’ultima, che abbiamo sempre contrastato perché darebbe luogo a nostro avviso ad evidenti conflitti di interesse e soprattutto ad un depotenziamento della capacità di rappresentanza degli interessi dei consumatori.

Per quanto riguarda, inoltre, la difficoltà a promuovere class action, purtroppo dobbiamo constatare con voi l’assoluta inefficacia di una norma che legifera uno strumento spesso inutilizzabile.

Proprio per questo abbiamo rivendicato, da sempre, una normativa che permetta di mettere in atto in maniera efficace uno strumento importantissimo per la tutela dei cittadini. Un appello che è stato accolto con la proposta di Legge AS 844, ma che, purtroppo, sta prendendo una direzione lontana da quella sperata, prevedendo, tra le disposizioni più assurde, il pagamento preventivo da parte degli utenti per l’avvio della causa e l’impossibilità di presentare una class action su un tema su cui già è stata presentata (sistema che permetterebbe, ad esempio, ad una facoltosa multinazionale di presentare una class action pagando un cittadino per inibire la presentazione di altre).

Infine, in relazione alla “perplessità” riguardante la Consulta per la sicurezza istituita da Autostrade sottolineiamo che fin dall’inizio era rivolta alle questioni relative all’efficienza ed al miglioramento della percorribilità, ai sistemi di rilevazione della velocità, alla qualità del servizio delle aree di sosta. Spetta invece al Ministero dei Trasporti effettuare le dovute verifiche sulla sicurezza della rete. Tra l’altro proprio la nostra Associazione, nel silenzio più assoluto e in tempi insospettabili, ha chiesto di destinare i ricavi dei pedaggi agli investimenti sulla sicurezza e di rivedere il sistema delle concessioni.

Per quanto riguarda, infine, la misura della rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori, potete rivolgervi al CNCU, oppure guardare alla presenza ed alla diffusione sul territorio nazionale degli sportelli.

Rimaniamo comunque a disposizione per ogni chiarimento e per ogni domanda vogliate rivolgerci, al fine di essere entrambi realmente di aiuto ai cittadini, ristabilendo fiducia e trasparenza, fornendo loro strumenti adeguati di tutela senza colpire indiscriminatamente chi è impegnato alla difesa dei loro interessi.

 

Cordiali saluti

 

 

                                                                                                                            Emilio Viafora

                                                                                                        Presidente della Federconsumatori

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