In Banche e Assicurazioni, Comunicati

Le proteste civili di decine di migliaia di famiglie vittime di Bankitalia, che avendo perso tutto, hanno poco altro da perdere, sono destinate ad allargarsi, smentendo così  l’ingannevole narrazione dei "pochi" colpiti e dei “molti” salvati dal governo Renzi e dal ministro Padoan, responsabili e maggiori artefici nell’aver approvato i diktat di Troika e Bce, secretato le malefatte dei banchieri e dell’autorità di risoluzione, ostacolando la ricerca dei veri responsabili  sull’esproprio criminale e della verità, non si fermeranno davanti Palazzo Koch il 22 dicembre 2015 ed in Via G.B. Martini, 3 a Roma sotto la sede della Consob, ma si allargheranno al Quirinale ed alla Corte Costituzionale.

   Le vittime di Bankitalia, nel ricordare che il Presidente della Repubblica Mattarella, garante della Costituzione, ricevette prontamente il governatore Ignazio Visco indagato per gravissimi reati dalla Procura di Spoleto sulla vendita della Banca Popolare al Banco Desio, chiedono di essere ricevute per ascoltare storie di sacrifici e vite di lavoro di intere generazioni spezzate, per precise responsabilità dei banchieri di CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Popolare dell’Etruria, ma soprattutto per l’omessa vigilanza di Bankitalia e Consob, le cui gravi responsabilità vengono acclarate ogni giorno, come nella lettera secretata inviata dal Governatore Ignazio Visco il 3 dicembre 2013 al Cda di una Banca Etruria decotta, che  se fosse stata conosciuta dai risparmiatori, avrebbe impedito loro di sottoscrivere bond subordinati, bruciando così ulteriori 120 milioni di euro di sudati risparmi.

    Adusbef, Federconsumatori e le 130.000 vittime del salvabanche, che proseguiranno la loro offensiva fino a quando gli alti vertici di Consob e Bankitalia non saranno dimissionati ed incriminati ed i truffati integralmente risarciti, nel deprecare  lo scaricabarile su loro gravissime responsabilità, diffidano di tutte le promesse salvifiche di Renzi, Padoan, del suo Governo e delle elemosine di 100 milioni di euro offerte dal sistema bancario per i risarcimenti, in presenza di sgravi fiscali e garanzie della Cassa Depositi e Prestiti per 3,7 mld di euro, in maniera particolare della camera arbitrale Anac, l’araba fenice che su gravissimi conflitti di Bankitalia e delle porte girevoli con le banche socie, denunciati in data 23 ottobre 2015 al presidente Raffaele Cantone, non ci ha neppure degnato di una risposta.

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