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Risale a giugno la sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato la multa dell’AGCM a Viagogo, stabilendo che quest’ultima non ha l’obbligo di rendere note le informazioni su prezzo originario del biglietto e sul relativo posto a sedere, essendo un sito di intermediazione e non un protagonista attivo della compravendita.

Una decisione, a nostro avviso discutibile, che ha “scagionato” l’azienda dall’accusa di secondary ticketing, con vistose maggiorazioni rispetto al prezzo di vendita dei biglietti.

Ma non è questa l’unica pratica di dubbia correttezza messa in atto da Viagogo: abbiamo inviato una segnalazione all’Antitrust per pratiche scorrette, che ledono i diritti dei consumatori.

Sono molti i cittadini che ci hanno segnalato, infatti, la scarsa trasparenza sul prezzo finale: i costi del’IVA, dei diritti di prevendita e della consegna, infatti, non vengono esplicitati durante l’acquisto, ma solo dopo aver autorizzato la transazione. Ecco, così, che un cittadino convinto di acquistare un biglietto a 69,00 Euro, si trova un addebito di 101,07 Euro. Ad aggravare la beffa si aggiunge che, ricevuti i biglietti, il cittadino in questione si rende conto che il costo originario indicato sul ticket era di 40,00 Euro.

Analizzando le pratiche adottate da Viagogo si scopre, inoltre, come sul sito non sia indicato chiaramente che il costo visualizzato si riferisce al costo unitario del biglietto: solo prestando attenzione si scopre che è riportato in caratteri minuscoli.

L’ultimo punto dolente riguarda l’assistenza, completamente inesistente: esistono delle FAQ o la possibilità di presentare reclami tramite un form online, le cui risposte sono preimpostate.

Alla luce dei comportamenti descritti abbiamo sollecitato un intervento dell’AGCM, per ristabilire correttezza e trasparenza nelle condotte della società che, specialmente per quanto riguarda i pagamenti, appaiono una vera e propria beffa a danno dei cittadini.

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