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Analisi sull'impatto della TARI sui bilanci della famiglia media italiana nelle città Capoluogo di Provincia e sull'evoluzione della spesa dal 2010 al 2014 (dalla TARSU/TIA ALLA TARES ALLA TARI)

 

Dalla VIII Indagine nazionale del C.R.E.E.F. – Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori sui “Servizi e Tariffe Rifiuti”, risulta che al 30 settembre, termine ultimo per approvare i bilanci comunali, 91 città capoluogo su 106 hanno approvato i regolamenti della nuova TARI con le relative tabelle, le restanti, in diversi casi, hanno approvato solo i regolamenti, riservandosi di deliberare in un secondo momento gli importi; mentre il quadro della TARES 2013 è competo.

Il ritardo con cui i comuni hanno definito la nuova Tari 2014 è parzialmente dovuto al ricambio di parte delle amministrazioni comunali avvenuto in seguito alle recenti elezioni amministrative. D’altra parte, la proroga al 30 settembre 2014 del termine entro cui approvare i bilanci comunali ha determinato un effetto di trascinamento non solo per la Tari ma anche per Tasi, Imu e addizionale Irpef.

Federconsumatori denuncia come negli ultimi tre mesi dell’anno si siano condensate le scadenze dei pagamenti dei tributi sopra citati, con un enorme impatto sui bilanci delle famiglie. Anche la nuova Tari 2014, che ha sostituito la Tares, riflette una giungla tributaria in cui, a parità di condizioni, emergono forti differenze da città a città non solo in merito all’importo della tassa ma anche relativamente alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale. Forti differenze si registrano inoltre sulle “riduzioni, agevolazioni ed esenzioni”. 

 

TARI 2014

Nel campione delle 91 città in cui è stata varata la Tari 2014, per un appartamento di 100 metri quadri con un nucleo familiare di 3 persone, l’aumento medio nel quadriennio 2010-14 è stato del 21,96%, pari a +51 euro (senza considerare nella Tares la componente servizi indivisibili), a fronte di un’inflazione nazionale nello stesso lasso di tempo del 7% (dato Istat). Ciò significa che l’aumento medio ha raggiunto il triplo dell’inflazione. In particolare, l’incremento rilevato è stato del 165% a Reggio Calabria, del 114% a Livorno e del 105% Sanluri, del 73% a Cagliari, del 63% a L'Aquila, del 61% a Palermo, Messina, Matera e Avellino. Al contrario risultano invece in calo gli importi a Cremona (-14%), a Verbania (-13%), a Caserta (-11%), a Cuneo (-9%) ed a Napoli (-8%). Confrontando i dati relativi alla Tari 2014 e alla Tares 2013  (senza considerare la componente servizi indivisibili) emerge un aumento medio del +2,25% pari a +6 Euro annui, per una spesa complessiva media per la famiglia tipo di 284 Euro per la Tari 2014 e a 278 Euro per la Tares 2013.

Osservando i risultati nel dettaglio, si nota che l’aumento più rilevante è quello di Sanluri, dove la spesa lievita in un solo anno di 1 euro al metro quadro, raddoppiando quindi l’importo annuo (+110,5%). A seguire troviamo Avellino, Lodi con il +24%, Matera e Pisa +19%, Frosinone e Brescia +17%, Carbonia +16% e Viterbo +14%.

All’opposto, invece, si registra una diminuzione del -21% a Reggio Emilia, del -20% a Cremona, del -17% a Macerata, del -13% a Sondrio, del -11% a Caserta e del -10% Mantova.

 

Nella classifica delle città più care, in cui la spesa annua per la Tari 2014 risulta più elevata, vediamo in testa Cagliari con una spesa di 532 Euro, Siracusa con una spesa di 502 Euro, Reggio Calabria con una spesa di 496 Euro, Salerno, con una spesa di 473 e Napoli con una spesa di 463.

 

Le città meno care invece sono Cremona con una spesa di 136 Euro, Udine con una spesa di 161 Euro, Brescia e Belluno con una spesa di 175 Euro, Vibo Valentia e Ascoli con una spesa di 185 Euro, infine Mantova con una spesa di 186 Euro.

 

A fronte di una spesa media nazionale di 284 Euro. 

 

 

TARES 2013

Per quanto riguarda la Tares, i cui dati sono completi, per un appartamento di 100mq e un nucleo famigliare di 3 persone (comprensivo della quota servizi indivisibili 0,30 euro al mq), la spesa massima complessiva è quella di Siracusa, pari a 560 euro annui, seguita da Cagliari (531 euro), Napoli (509,5 euro) e Catania (506 euro). Gli importi minori, invece, sono stati rilevati a Sanluri (125 euro), Isernia (154 euro), Brescia (179 euro), Udine (197 euro) e Matera (198 euro) a fronte di un dato medio nazionale di 312,7 euro annui. Il divario tra chi ha pagato di più e chi paga meno risulta pari ad un rapporto di 4:1.

 

 

AGEVOLAZIONI

Dei 91 regolamenti Tari esaminati, il 98% prevede riduzioni, agevolazioni o esenzioni tariffarie per famiglie o fasce sociali deboli per utenze domestiche, operando una distinzione: mentre le “riduzioni” devono essere inscritte tra i costi del Piano Economico Finanziario (p.e. Riduzioni in caso di mancato servizio), le “agevolazioni” devono trovare copertura nel bilancio comunale, quindi non possono essere inserite tra i costi del tributo e la relativa copertura deve essere assicurata da risorse “diverse” dai proventi del tributo stesso. Le agevolazioni per utenze domestiche più applicate risultano essere quelle per le famiglie a basso reddito (il 68% delle città le applica, in aumento rispetto al 60% delle città che le applicava lo scorso anno), seguono le agevolazioni per le famiglie mononucleari (il 31% delle città le applica, nel 2013 solo il 27%), le agevolazioni per le famiglie con disabili o invalidi civili (il 16% delle città le applica, mentre nel 2013 erano il 20%), le agevolazioni per i cittadini in cassa integrazione, mobilità o disoccupazione (le applica il 7% delle città, prima era il 9%).

Un elemento di novità sono le agevolazioni che incentivano la raccolta differenziata, come ad esempio per il compostaggio domestico (con un range di riduzione dal 5% al 30% per quest’ultima tipologia) che vengono applicate nel 62% dei comuni, mentre nel 2013 erano il 55%.

Le delibere dei comuni prevedono agevolazioni basate sugli indicatori Isee o al minimo Inps per i soggetti in condizione di grave disagio sociale ed economico. Tali agevolazioni, nei limiti degli stanziamenti di bilancio degli interventi socio assistenziali, includono riduzioni che dal 10% raggiungono il 50% o il 70% dell’ammontare del tributo fino alla completa esenzione (100%) per i nuclei familiari individuati per numero di componenti, numero dei figli, per gli over 65 e, in alcuni casi, anche in base alla categoria catastale del fabbricato (A3, A4, A5, A6 con superficie inferiore agli 80 m2).

Nell’ambito del campione, le città che prevedono più tipologie di agevolazioni sono, nell’ordine, Novara e Vicenza. In particolare la città di Vicenza prevede riduzioni fino al 70% con bimbi di età inferiore ai 2 anni che utilizzano i pannolini lavabili.

 

Mauro Zanini, vicepresidente nazionale Federconsumatori e responsabile C.R.E.E.F. sottolinea come “l’aumento della tassa sui rifiuti sia del 22% nell’ultimo quadriennio, cioè oltre il triplo rispetto al tasso di inflazione registrato nel medesimo periodo (+7%)” e chiede che “i regolamenti Tari rivedano con più coraggio il sistema delle riduzioni, agevolazioni ed esenzioni per le famiglie con grave disagio economico e sociale, che risultano in fortissimo aumento così come la morosità nel settore”. Inoltre “è necessario che la definizione dei nuovi Piani Economici Finanziari della Tari punti sulla sostenibilità ambientale, sulla qualità, sulla partecipazione dei cittadini e sulla maggiore efficienza del servizio di gestione dei rifiuti per ottenere il massimo contenimento dei costi”.  

 

IN ALLEGATO LE TABELLE RELATIVE ALL'INDAGINE.            

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