In Banche e Assicurazioni, Comunicati

La Sezione GIP/GUP del Tribunale di Roma continua a distinguersi per l'unicità delle proprie decisioni nel procedimento contro gli ex vertici di Veneto Banca, che vedeva dal mese di dicembre celebrate le sessioni dell'udienza preliminare.

Nell'udienza di oggi, sciogliendo la riserva su una eccezione di incompetenza territoriale, il GUP, Giudice dell'Udienza Preliminare, Dott. Ferri, ha deciso di azzerare completamente il percorso sin qui fatto, rimettendo ai propri colleghi di Treviso il compito di far ripartire il processo dalla fase delle indagini. I tempi della riassunzione a Treviso restano ignoti, potendosi addirittura configurare un ulteriore eccezione di incompetenza laddove Treviso si ritenesse incompetente per gli stessi motivi che avevano portato le indagini ad essere condotte dalla Procura di Roma anziché da quella di Treviso.

“Una decisione incomprensibile, con la quale si rende ancora più difficile l’esercizio dei propri diritti da parte dei risparmiatori truffati.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.

Con il provvedimento odierno, infatti, sono divenute inutili le costituzioni di parte civile dei tanti risparmiatori intervenuti, come inutili sono divenute le richieste di citazione di parte civile che avevano portato all'autorizzazione alla citazione di Intesa San Paolo.

Proprio la scelta di autorizzare, solo poche settimane fa, la citazione quale responsabile civile di Intesa era apparsa a molti una decisione audace, quasi temeraria e aveva illuso molti investitori della possibilità di recuperare i propri risparmi costituendosi nel procedimento, esponendosi così alle ulteriori spese legali derivanti dalla costituzione.

Oggi non resta che l'amara consapevolezza che molto tempo è stato perso e molto se ne perderà per far ripartire il procedimento, con il rischio sempre più concreto che la prescrizione si abbatta su questo processo. Ancora una volta la crisi di un istituto bancario rischia di non trovare responsabili, con i risparmi di 88 mila investitori azzerati ed il salvataggio dell'Istituto di Montebelluna costato, assieme a quello di Banca Popolare di Vicenza, 23 miliardi di euro di denaro pubblico.

Federconsumatori non aveva consigliato ai propri associati di costituirsi in questo procedimento convinta, ora ancora di più, che la soluzione a questa situazione sia di natura politica e passi attraverso il fondo governativo istituito con la legge di bilancio 2018, fondo che tuttavia, per poter garantire equi ristori, dovrà necessariamente beneficiare di coperture economiche ulteriori.

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