In Comunicati, Trasporti e Turismo

Chi è in possesso di Autovetture OPEL ZAFIRA TOURER ecoM con bombole in composito di IV tipo sa che sono soggette ad una prima revisione dopo 4 anni e successivamente dopo 2 anni. Tali bombole, in base al Regolamento Europeo ECE ONU R110, ricompreso nella direttiva europea relativa alle omologazioni dei veicoli 2007/46/CEE (che, nella gerarchia delle fonti giuridiche è precedente a tutte le direttive e leggi italiane), hanno un periodo di esercizio e di funzionamento di anni 20, senza bisogno di smontaggio e sostituzione, ma con semplice procedura di “riqualificazione periodica” di tipo visivo.
Come alcuni consumatori hanno constatato e, di conseguenza, ci hanno segnalato in fase di revisione visiva le targhette delle bombole non erano visibili e quindi l’autofficina interessata ha dovuto provvedere allo smontaggio delle stesse. Questa operazione ha comportato un aumento di costo, dove a fronte delle 30€ indicate da Opel alle varie autofficine, gli utenti hanno dovuto pagare dai 100 ai 400 Euro:  una vera speculazione!

Opel si giustifica con il fatto che, all’atto di acquisto dell’auto, gli acquirenti erano a conoscenza dello smontaggio delle bombole, con un costo decisamente superiore in quanto la precedente procedura prevedeva lo smontaggio e la prova idraulica, rispetto alla quale rimane però il vantaggio fondamentale di non dover smontare le valvole e di evitare danneggiamenti delle bombole in composito nella movimentazione con i centri di smistamento.

Questo si trova in piena contraddizione con quanto riportato sul “Libretto di Manutenzione garanzia Opel”, dove a pagina 33, relativamente al paragrafo “Vita utile del serbatoio”, si evince che il serbatoio dell’impianto a metano soddisfa i requisiti ECE- E110. La durata di esercizio massima è pari a 20 anni a partire dalla prima immatricolazione. Dopo il decorrere di tale periodo il serbatoio non deve essere più rifornito ed occorre provvedere alla sua sostituzione.

Questa situazione negativa non riguarda solo OPEL ma anche possessori di autovetture Citroen, Volkswagen e Mercedes.

Opel, dopo molti reclami, avrebbe iniziato a chiamare le autofficine per sapere i prezzi che le stesse applicano per le revisioni. Sembrerebbe anche che telefonicamente, alle persone che chiedevano spiegazione dei costi, la casa automobilista abbia risposto che non sapeva che la normativa in questione sarebbe cambiata in questo modo portando alla lettura delle etichette.
Chiediamo a Opel a Citroen ed a Mercedes di trovare una equa soluzione che comporti un costo così oneroso per i cittadini. Rivolgiamo la stessa richiesta anche al gruppo Volkswagen, sapendo benissimo che questa casa automobilistica non ha dimostrato sino ad oggi "grande sensibilità" verso i possessori di suoi automezzi.

Da questa situazione emerge un nuovo spaccato di negatività tra il cittadino consumatore e chi vende. Un insieme di comportamenti che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, l'estrema urgenza di rendere efficace, operativa e realmente utile la class action, legiferando urgentemente in tal senso. In assenza di tale operazione i cittadini sono colpevolmente privati di un valido strumento che consenta la difesa dei propri diritti.

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