In Comunicati, Politica Economica

Riprendono lievemente (ma solo lievemente) terreno le consistenze del credito al consumo, registrando nel 2016 una lieve risalita rispetto alla forte contrazione degli scorsi anno.

"Ciò non toglie che l'andamento di tale settore sia ancora attraversato da motivi di preoccupazione e da un clima diffuso di sfiducia." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

La situazione di profonda crisi che le famiglie stanno ancora vivendo, infatti, le ha spesso poste di fronte ad una drastica riduzione dell'accesso al credito, nelle situazioni più gravi il disagio economico vissuto quotidianamente è tale da non consentir più ai cittadini di indebitarsi.

C'è da notare come la lieve risalita del credito al consumo non trova alcun riscontro nell'andamento dei consumi abituali delle famiglie, che rimangono pressoché al palo dopo il forte calo del triennio 2012-2013-2014 in cui ha registrato una contrazione del -10,4%. L'aumento delle consistenze è imputabile soprattutto all'incremento delle immatricolazioni auto che si unisce al trend stabile dei consumi di elettrodomestici, il cui ricambio è condizionato a causa dell'obsolescenza.

È evidente che siamo in presenza di un quadro ancora incerto ed instabile, per questo è fondamentale che il Governo agisca immediatamente per un rilancio del potere di acquisto delle famiglie e dell’occupazione, senza i quali anche il settore del credito al consumo (come quasi tutti gli altri) continuerà a patire la crisi.

Qui di seguito è disponibile l’analisi a cura dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sull’andamento delle consistenze del credito al consumo dal 2002 al primo semestre del 2016. Un andamento che analizzato a sé per capire le reali tendenze dei consumi e deve essere scorporato dall'analisi sui mutui, che spesso gli viene abbinata.

Analisi che rappresenta un chiaro quadro del mutamento delle condizioni sociali e delle abitudini delle famiglie avvenuto nell’ultimo decennio. Come si evince dalla tabella, infatti, dal 2002 al 2009 vi è stata una continua crescita delle consistenze debitorie. Un andamento dovuto al fatto che, all’indomani del passaggio all’Euro, per colmare la perdita del potere di acquisto derivante dal forte aumento dei prezzi e delle tariffe, nonché per mantenere gli stessi standard di vita, le famiglie hanno iniziato a ricorrere in misura sempre maggiore all’indebitamento (richiedendo sia prestiti personali, che prestiti per acquisti rateali e persino per andare in vacanza). A partire dal 2009 – 2010, con l’aggravarsi degli effetti della crisi economica, tale andamento ha iniziato a ribaltarsi: le famiglie hanno cominciato a diminuire fortemente gli acquisti, anche rateali. Il calo più marcato si registra proprio nel 2013, anno in cui le consistenze debitorie son tornate ai livelli antecedenti il 2008. È impressionante notare come, ancora oggi, non siamo riusciti a tornare ai livelli pre-crisi.

 

In allegato la tabella con l'andamento del credito al consumo.

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