In Comunicati, Politica Economica

La legge di stabilità predisposta dal Consiglio dei Ministri desta molte e preoccupanti criticità.

La più grande preoccupazione riguarda la mancanza di prospettive. Ci aspettavamo una manovra che desse risposte concrete in termini di investimenti e lavoro. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove il lavoro è ormai solo un lontanissimo ricordo.

Al Paese serve una manovra vera di rilancio, strutturale, che punti sullo sviluppo e soprattutto che sia in grado di rimettere in moto il mercato del lavoro in maniera efficace e duratura.

Non solo la legge di stabilità non prevede nulla in questo senso, ma rischia di peggiorare ulteriormente la situazione.

Forte allarme proviene, infatti, dalle clausole di salvaguardia, che sono state sì "disinnescate", ma solo per il 2016. Dal 2017 le famiglie potrebbero trovarsi di fronte ad aggravi incredibili, di +842 Euro annui.

È indispensabile eliminare in via definitiva questi irresponsabili aumenti, le cui ricadute negative sull'intero sistema economico sono incalcolabili.

Grande preoccupazione riguarda, poi, l'innalzamento del limite all'utilizzo dei contanti che passerebbe, secondo gli inspiegabili disegni del Governo, da 1.000 a 3.000 Euro. Un'operazione che, a nostro avviso, non trova alcuna motivazione né giustificazione.

Non si spiega a chi possa servire una disposizione tale, ma soprattutto non si spiega perché il Governo voglia eliminare una utile misura di contrasto all'evasione. Anche se servisse a recuperare un solo Euro evaso, tale limite non deve essere modificato.

Altra misura inconcepibile è  l’abrogazione dell’Imu/Tasi anche per le prime case di lusso, che consentirà ai proprietari di immobili accatastati come A/1 (signorili), A/8 (ville), A/9 (castelli e palazzi storici) un risparmio medio di 2.788 euro, che salgono fin oltre 12mila euro nei casi più estremi, rispetto ai 231 euro medi di risparmio proposto ai proprietari di normali abitazioni.

Per non parlare dell'assurdità dell'introduzione del canone nella bolletta elettrica.

Come già affermato riteniamo del tutto arbitraria la presunzione che ogni abbonato ai servizi elettrici debba possedere e pagare per un televisore. Per questo abbiamo già annunciato che, se tale provvedimento sarà approvato, siamo già pronti ad impugnarlo.

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