In Alimentazione, Comunicati

È tornato alla ribalta il problema dell'olio di oliva contraffatto venduto come italiano.  Un grave fenomeno che denunciamo da anni, riproposto in questi giorni dalle ormai note vignette apparse sul New York Times.

A pagare i danni di tale pratica sono i consumatori di tutto il mondo, truffati da un'informazione poco trasparente, nonché le aziende italiane, quelle corrette che producono il vero e autentico olio extravergine d'oliva che tutto il mondo ci invidia.

A pesare sulla vicenda vi è il fatto che, a distanza di un anno, ancora non trova piena applicazione la legge “salva olio” che ha due obiettivi precisi: il primo di individuare e reprimere  le numerose truffe e contraffazioni, il secondo di salvaguardare e valorizzare  le produzioni del vero extra vergine italiano.

Si continua così a spacciare per made in Italy dell'olio che, di italiano, nella migliore delle ipotesi, ha solo l'etichetta.

Una pratica inammissibile, che va contrastata con ogni mezzo: dall'azione legislativa alla disposizione di controlli sempre più severi e frequenti.

 

In un momento delicato come quello che il Paese sta vivendo, perdere terreno su un comparto fondamentale come il made in Italy è un vero e proprio suicidio. 

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