In Comunicati, Politica Economica

(ANSA) – TRANI, 5 MAR – Al processo per manipolazione del mercato a sei tra manager e analisti delle società di rating Standard & Poor's e Fitch, il Tribunale di Trani ha ammesso come parte civile le associazione dei consumatori (Adusbef e Adusbef Puglia, Acu e Federconsumatori) e 13 risparmiatori che ne avevano fatto richiesta. Restano persone offese Bankitalia e Consob, che hanno deciso di non costituirsi parte civile e potranno solo partecipare alle udienze, mentre resta fuori dal processo il ministero dell'Economia che ha deciso di non costituirsi né parte civile né persona offesa. La decisione del Mef suscita da settimane accese polemiche politiche, soprattutto dopo il deposito di nuovi atti da parte della pubblica accusa a cui risulta che il Mef, dopo il declassamento del rating deciso da S&P nel 2011, pagò a Morgan Stanley 2,5 miliardi di euro così come era previsto da una clausola del contratto di finanziamento della banca d'affari statunitense. Poiché Morgan Stanley è tra gli azionisti di Mc Graw Hill, il colosso che controlla Standard & Poor's, secondo la procura il pagamento rappresenta un "forte elemento indiziario" a carico di S&P.
Dopo aver letto l'ordinanza di ammissione delle parti civili, il Tribunale di Trani ha aperto la discussione sulle numerose eccezioni preliminari annunciate dalle difese che dovrebbero riguardare la spinosa questione della competenza territoriale e la giurisdizione italiana. Una volta che il Tribunale si sarà pronunciato sulle questioni preliminari, deciderà se ammettere i mezzi di prova, a cominciare dai testimoni citati dal pm Michele Ruggiero che chiede che depongano anche il governatore della Bce, Mario Draghi, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, i due ex premier Romano Prodi e Mario Monti e altri nomi noti del mondo dell'economia e della politica come l'ex ministro Giulio Tremonti e il presidente della Consob Giuseppe Vegas.
L'inchiesta riguarda il declassamento di due gradini del rating dell'Italia (da A a BBB+) che le agenzie di rating decisero tra il 2011 e il 2012 e che, secondo l'accusa, avrebbe provocato "una destabilizzazione dell'immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell'Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali'', un deprezzamento dei titoli di Stato e un indebolimento dell'euro.

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