In Comunicati, Salute

L’operazione di  digitalizzare la Sanità e la Pubblica Amministrazione presenta moti dubbi e molte criticità.

Si moltiplicano casi di abusi, errori e veri e propri attacchi. Quanti i pazienti danneggiati? Quanti e quali  strutture e  operatori sanitari coinvolti?

Si sottovaluta, infatti, che sistemi di inserimento e consultazione dei dati sono troppo insicuri,  pieni di errori  di programmazione ed esposti ad attacchi di ogni genere.

Risultano insufficienti le misure adottate a tutela della privacy, sia relativamente al coinvolgimento dei cittadini utenti che alla competenza e soprattutto la responsabilità del personale sanitario.

Vulnerabilità note e abusi prevedibili stanno alimentando il mercato nero dei dati personali.

La grave sottovalutazione della pervasività dei big data è stata confermata dal fatto che  il consenso dei cittadini pazienti molto spesso non è stato richiesto e, quando è stato richiesto, non sono state fornite le dovute e necessarie informazioni, in maniera comunque e sempre difforme rispetto a quanto  disposto espressamente dal Garante della Privacy che imponeva il “consenso  informato, consapevole, libero, specifico, attuale, manifesto”. 

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